Il Tribunale del Riesame di Latina ha annullato il sequestro preventivo, disposto dalla Dea di Roma, nei confronti di Luciano Iannotta.
I sigilli erano arrivati l’8 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta ‘Dirty Glass’ e per la quale l’imprenditore di Terracina era finito in carcere per i reati di estorsione con metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale, turbativa d’asta, sequestro di persona e detenzione e porto d’arma da fuoco.
Il sequestro aveva riguardato un’impresa, una fondazione, la totalità delle quote e l’intero patrimonio aziendale di 37 compagnie societarie, 119 fabbricati, 58 terreni, 55 veicoli, un’imbarcazione e 72 rapporti finanziari il tutto per un valore di 50 milioni di euro.
Tribunale della Libertà di Latina che, appunto accolto le istanze presentate dagli avvocati difensori Mario Antinucci e Ugo Cardosi che contestavano i presupposti di legge del sequestro di prevenzione proposto dalla Procura della Repubblica di Roma”. Il processo nel quale l’imprenditore è imputato con Luigi De Gregoris, Pasquale Pirolo, il colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa, il carabiniere Michele Lettieri Carfora, l’imprenditore di Latina Franco Cifra, Antonio e Gennaro Festa, Thomas Iannotta e Pio Taiani è in corso davanti al Tribunale di Latina, prossima udienza il 24 marzo.