L’obiettivo di mettere le mani su un ulteriore tratto di spiaggia, era questo lo scopo per il quale sono finite nei guai la modella di Sabaudia Tatiana Rizzi e sua madre Mirella D’Indio, ritenute responsabili di essere le mandanti del rogo che, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio scorso, ha distrutto lo stabilimento balneare ‘Dune 31.5’.
Le indagini coordinate dalla Procura di Latina e svolte dai Carabinieri di Sabaudia hanno permesso di verificare come l’incendio sia stato effettivamente commissionato dalle due donne. Madre e figlia che erano titolari di una concessione di noleggio sdraio e lettini che però era stata chiusa a causa di ripetute violazioni accertate dai sempre dai Carabinieri, questa volte del Nucleo Forestale. Da poco però questa attività era stata riaperta ed alcune testimonianze raccontano di come ci siano stati alcuni screzi con i titolari dello stabilimento incendiato.
Per le due donne sono scattati gli arresti domiciliari, mentre per gli autori materiali dell’attacco incendiario, due giovani del posto, è arrivata la custodia in carcere.