L’Ente Parco nazionale del Circeo vara il piano gestionale del controllo del daino nella foresta demaniale per una spesa di 170mila euro ed è subito polemica.
L’ex sindaco di Ponza Piero Vigorelli, forse ancora arrabbiato per lo scontro avuto in merito all’isola di Zannone con l’ex presidente del Parco Gaetano Benedetto, definisce l’operazione – che parte da un deliberato del 2017 – una vera e propria mattanza: “Saranno abbattuti almeno 350 capi”, afferma.
“La popolazione dei daini – scrive Vigorelli su un suo post affidato a Facebook – dovrà essere ridotta del 30 per cento, ogni anno e per i prossimi tre anni. Il piano di sterminio è quello deciso nel 2017, meticoloso quanto infame, dettagliatissimo quanto orribilmente cinico. Si prevedono “battute” notturne (ma, viene precisato, senza far troppo rumore) per far convogliare i daini in ‘corral’ mobili di almeno mille mq, che sono dei recinti-prigione, un po’ come la “camera della morte” della mattanza dei tonni. Appostati su altane a circa 15 metri da terra, ci saranno i Fucilieri di Sua Maestà il Parco, che saranno equipaggiati con ‘fucili a canna rigata, di calibro non inferiore a 6,5 millimetri, dotati di cannocchiale di mira a 12 ingrandimenti’ e adatti alla visione notturna.I capi uccisi avranno la loro bella targhetta graffata all’orecchio. Il Parco arriva perfino alla morbosità di calcolare un peso medio di 40 chili per capo, e quindi un totale di 14.000 chili di carne fresca da immettere sul mercato. Vi risparmio altri preziosismi ripugnanti che si possono leggere nel ‘Piano di gestione del controllo del daino'”.
“Con questa e altre operazioni del genere, risulta chiaro che, per i dirigenti dell’ente, il Parco – scrive Vigorelli – deve essere un luogo disabitato da ogni specie di animali (daini, cinghiali, lepre italica) e da cercatori di funghi o asparagi selvatici, sui quali si è abbattuta la mannaia del divieto. Dicono che così si preserva e si garantisce la ‘naturalità’, cioè la rispondenza a un ordine interno o esterno motivato dalla natura. Chissà se appartiene alla ‘naturalità’ anche il fatto che, lungo le recinzioni della foresta demaniale, sono al lavoro le prostitute, sedia e fuocherello, che sanno bene come penetrare nella foresta con i loro clienti. Ma tant’è”.
“Dopo i mufloni di Zannone, ora tocca ai daini”, sentenzia l’ex sindaco di Ponza.
“Per la verità, per la nostra isola il Parco ha previsto una morte, come dire, più raffinata. Quei pochi mufloni sopravvissuti a Zannone finiranno in un recinto, e lì moriranno di fame, lentamente e inesorabilmente. Il Parco sorveglierà, beato, la fine della colonia dei mufloni. Una sorta di omicidio assistito”, conclude Vigorelli.