Che il 2020 sarà l’anno delle criptovalute è cosa che si dice già da un po’. Oltre l’halving di Bitcoin, il più grande della sua storia, l’anno ha dimostrato che il mondo si sta interessando sempre di più a questo settore, che fino a poco tempo fa era ritenuto giustamente di nicchia.
Certo i balzi che negli anni ha compiuto BTC hanno sicuramente contribuito ad una certa fama positiva per tutto il settore, ma non va sottovalutato l’apporto dato dalle altre meno famose come Ethereum o Ripple.
Quali sono dunque le novità in fatto di criptovalute? Cosa ci si aspetta dal futuro?
Criptovalute: la svolta legale
Ciò che di più dovrebbe interessare è come le legislazioni in giro per il mondo abbiano pian piano approcciato il caso delle criptovalute, non potendo più ignorare che si trattasse di un fenomeno assolutamente non da poco.
Passi lenti, ma pur sempre passi in avanti, almeno fino a questi ultimi mesi.
Da gennaio ci sono stati importanti passi per inquadrare in maniera più “mainstream” tutto il fenomeno, sia per rendere il tutto più sicuro, sia per prendere ognuno un pezzo dalla ricca torta.
Una delle novità più importanti è quella proveniente dal TAR del Lazio, secondo cui sarà necessario includere la propria dichiarazione dei redditi nel proprio portafoglio virtuale.
Altra notizia di una certa importanza è che il gigante delle assicurazioni Lloyd’s proteggerà anche i conti virtuali dei propri clienti: dopotutto gli attacchi hacker in un settore ancora abbastanza “underground” sono frequentissimi.
Il settore sta diventando insomma più maturo, anche grazie alla presenza sempre più massiccia di buoni exchange di criptovalute come Bitstamp o Kraken, i quali permettono a sempre più persone l’utilizzo di queste valute virtuali.
tutto sembra dirci che il mondo è finalmente pronto alle criptovalute, ma quale sarà il prossimo passo?
Quale sarà la prima criptovaluta mainstream?
Per quanto il mercato sia in espansione, almeno sotto certi profili, manca ancora più di un passo per far diventare queste valute virtuali davvero quotidiane, adatte a tutte le persone e a tutti gli utilizzi.
Per ora possiamo osservare con curiosità il caso del Venezuela che, da questo punto di vista, è molto avanti rispetto al resto del mondo. È possibile infatti utilizzare con una semplicità impensabile in Europa o America qualsiasi criptovaluta per qualsiasi utilizzo.
Inoltre lo stesso governo ha lanciato una propria criptovaluta,il Petro, anche per sconfiggere gli enormi problemi economici succeduti all’embargo prima e al mancato golpe poi.
In occidente la situazione è ancora incerta: da una parte abbiamo Facebook e Telegram che scalpitano per lanciare le proprie valute virtuali, bloccate ancora dalla diffidenza di governi e autorità di vigilanza.
In oriente la situazione non è del tutto chiara, ma è ormai sicuro che la Cina non solo ha un grosso interesse rispetto al mondo delle criptovalute, ma che probabilmente è molto avanti nel processo che porterà al lancio della propria valuta digitale.
La cosa in verità non sorprende. Moltissimi pagamenti in Cina avvengono già per via digitale e telematica, e una buona coordinazione tra il governo cinese, la Banca Popolare Cinese e società come Alibaba potrebbero portare in brevissimo tempo al raggiungimento di questo obiettivo.
C’è comunque da dire che le riserve dei governi occidentali non sono certo senza fondamento.
Facebook avrà anche ottimi rapporti con molti governi ma non può certo sperare che il mondo dimentichi con facilità la faccenda di Cambridge Analytica, che al di la delle problematiche e criticità che ha comportato, ha avuto il più immediato effetto di mostrarsi come meno limpida rispetto a prima.
Insomma, solo il tempo ci potrà dire se il futuro dell’economia sarà davvero rappresentato dalle criptovalute.