Quando, rispondendo a chi mi chiede che lavoro faccio, cito il mentalismo molti rimangono interdetti non avendone mai sentito parlare e pensando che sia qualcosa di molto strano.
Eppure ciò di cui si occupa questa branca della magia, la lettura del pensiero, la previsione del comportamento, l’anticipazione dei risultati la suggestione delle moltitudini sono da sempre usate nella società. Talvolta in maniera inconscia ma sempre più spesso in modo scientifico.
L’ultima frontiera, venuta allo scoperto, dopo quella strettamente commerciale, è quella della neuropolitica, ovvero l’utilizzo metodico di quelle tecniche di analisi e condizionamento tipiche del mentalismo ma anche del marketing, per fini elettorali.
Ecco quindi che mentre guardiamo una pubblicità elettronica, una telecamera registra i movimenti dei nostri occhi, notando dove e quando si soffermano ed in che modo, un sensore capta la respirazione e i battiti del cuore interpretando le nostre reazioni ai vari stimoli sensoriali. Come ha rivelato giorni fa il New York Times, esperimenti di questo tipo in politica sono già stati attuati da alcuni candidati in Polonia, in Brasile e da alcuni candidati alle primarie Usa e andranno probabilmente per la maggiore alle prossime presidenziali americane.
Il nostro cervello reagisce a degli stimoli in maniera simile per tutti, quindi dopo un discorso elettorale, con i moderni strumenti di analisi attinti da neuroscienza, psicologia e sociologia sarà possibile, per i politici modificare i concetti espressi agli elettori esattamente sulla linea di gradimento maggiore.
Tutto ciò è un pò angosciante forse ma l’esperienza mi ha insegnato che la razionalità non basta per capire le persone. Ciò che spesso ci rende positivamente imprevedibili sono la passione, le emozioni, le esperienze e la speranza per il futuro. E’ importante che ognuno di noi vanti una gran quantità di questi ingredienti per far si che il mondo che contribuiamo a costruire sia quello in cui ci fa piacere vivere.