Quando la mossa è strategica si pensa agli scacchi, ma quando è scomposta tornano alla mente i vecchi giochi senza frontiere, protagonisti delle estati della tivvù in bianco e nero ma capaci di colorare l’intera stagione. Con il Solleone a Latina sono iniziate le prove tecniche di trasmissione.
Il leghista Matteo Adinolfi spara a zero su un possibile accordo Coletta-Pd Renzi-Boschi-Cinque Stelle. Catapultato a Bruxelles, all’esito delle ultime elezioni, l’europarlamentare pontino del Carroccio ha da pochi giorni lasciato il suo posto del Consiglio comunale di Latina a Vincenzo Valletta e, nel mentre il suo capitano a Roma è alle prese con la crisi di Governo – anzi istituzionale – del Paese mette il becco negli affari della maggioranza del capoluogo pontino.
E per fortuna che in questi giorni a Latina sembrava tutto fermo, con la politica in vacanza tra le Ande e il Mediterraneo, le isole greche e i mari del Nord. Macché, tutta una finzione: il fiume è già ingrossato e il test sulla tenuta degli argini arriverà a giorni.
L’ex senatore Claudio Moscardelli ha già detto la sua. L’ultima, s’intende. Perché da quando non sta più a Palazzo Madama ed è diventato segretario provinciale del Partito democratico ha sempre qualcosa da dire, con dovizia di particolari. Sta sempre sul pezzo. L’ultima sua è sull’urbanistica e su come Latina possa uscire dall’immobilismo.
E siccome il mondo è bello perché è vario non possiamo stupirci se in un partito “democratico”, di nome e di fatto, sbocciano di continuo diverse anime. Prima di Ferragosto la parola d’ordine dem, per un eventuale accordo con Coletta e la sua Latina Bene Comune, era “mai con i cinque stelle”, freddando quel feeling che il sindaco di Latina aveva cercato con il M5s o viceversa. Chi lo avrebbe mai detto invece che Matteo Salvini dal palco di Sabaudia potesse aprire la crisi con la vittoria in tasca sulla Tav? E’ successo… creando una falla nella carretta giallo-verde utile alla corsa del Pd verso i Cinque stelle, in attesa delle prossime elezioni alla data ics. In prima fila Matteo Renzi (ha finito i pop corn).
Ed ecco che a Latina quel “mai con i cinque stelle” della vigilia di Ferragosto inizia a suonare strano, scollegato con quanto accade a livello nazionale. Suona così strano che il presidente del Pd Mauro Visari con nonchalance si dichiara possibilista a dialogare anche con il M5S. E non è l’unico a pensarla così tra i dem, anche in terra pontina.
La novità “visariana”, probabilmente, potrà fare più felice il sindaco al suo rientro dal Cile, visto che con il deputato pentastellato Raffaele Trano si era sentito in sintonia. Vuoi vedere che alla fine si accordano tutti e alle prossime elezioni la destra resta di nuovo al palo come è successo nel 2016? Fantapolitica. Già! Ma a reagire è la Lega. Gioca d’attacco o in difesa?
Staremo a vedere cosa accadrà intanto nei prossimi giorni a Latina e quali saranno i riflessi in città sulla “soluzione” della crisi di Governo. L’autunno che verrà sarà più caldo di questa estate. La città attende risposte, che presuppongono scelte da parte della politica che al momento appare invece più concentrata ad affrontare la prossima manche di gioco senza frontiere.