Approvata all’unanimità in Commissione Bilancio del Comune di Terracina l’estinzione anticipata dei contratti derivati, i cosiddetti swap, in essere dal 2006 con tre istituti bancari. Ora ci sarà il passaggio in Consiglio Comunale il quale sarà chiamato a deliberare l’estinzione. La vicenda ha origine nel 2003 e 2004 quando vennero contratti dei mutui con l’allora Banca di Roma e MPS. Nel 2006 tali debiti furono oggetto di rinegoziazione tramite uno strumento di finanza derivata sottoscritto con tre istituti per un ammontare complessivo di 65.421.982,90 così ripartito: 25% Banca di Roma spa (oggi Unicredit), 25% MPS e restante 50% con banca Opi, in seguito BIIS Banca spa e oggi Intesa San Paolo spa. Di cosa si tratta? Tra il Comune e gli istituti di credito si stabilì che il pagamento del debito avvenisse con scambi di importi fissi predeterminati (quota capitale) e scambio di flussi di interessi. Dal 2006 al 2008 il tasso concordato era fisso, mentre dal 2008 al 2025 entrò in vigore un tasso variabile, soggetto alle dinamiche dell’Euribor e dei mercati finanziari, meccanismo che ha notevolmente svantaggiato l’Ente comunale. Si tratta di prodotti di alta speculazione su cui la Ragioneria Generale dello Stato, la Corte dei Conti e i ministeri dell’Interno e delle Finanze, nel 2009, si sono pronunciati in senso chiaramente negativo, vietandone la sottoscrizione agli enti pubblici e invitando gli stessi a liberarsi di quelli in essere. Nel primo decennio questo rapporto ha generato effetti positivi, in seguito l’inversione di tendenza, dovuta appunto all’evoluzione dei mercati finanziari, ha determinato un grave danno per le casse comunali. L’Ente, consapevole che tale meccanismo avrebbe generato effetti profondamente deleteri, ha cominciato ad accantonare le somme necessarie all’estinzione del debito già dal 2012. La somma accantonata in questi anni ha raggiunto l’importo di 2,6 milioni di euro.
L’estinzione arriva oggi perché le normative che hanno regolato la gestione del bilancio in tempo di dissesto e, in seguito, del bilancio armonizzato, hanno consentito tale atto solo in questo momento. Il sindaco Procaccini dichiara la propria soddisfazione e svela la portata dell’atto.
“La vicenda dei derivati – commenta il sindaco Nicola Procaccini – è un’altra delle gravi ferite inferte a questa città dalle gestioni del passato che vanno oltre l’immaginario. Il fatto che siamo ancora qui a parlare di debiti pagati, dà la dimensione di quello che ha passato questa città e che sta ancora scontando. Tornando agli swap, a fronte dei benefici del primo decennio, per il periodo che va dal 2015 al 2025 avremmo dovuto pagare una montagna di debito. Il meccanismo è quello di un giocatore d’azzardo chiuso 20 anni in un casinò: all’inizio magari vinci anche qualcosa, ma poi, inevitabilmente, ti rovini per sempre. Nel 2012, poco dopo la dichiarazione di dissesto, mettemmo mano a questa situazione e capimmo che era fondamentale riuscire a estinguere i contratti non appena possibile per sopravvivere. Decidemmo di iniziare l’azione di accantonamento delle risorse per giungere al risultato raggiunto oggi. La sottoscrizione dei contratti fu una mossa talmente spregiudicata che perfino le massime istituzioni finanziarie della Repubblica giunsero a vietarle già nove anni fa. Il dissesto – conclude il sindaco-, anche in questa circostanza, si è rivelato salvifico perché ci ha consentito di accumulare risorse per l’estinzione del debito”.
L’assessore al Bilancio Danilo Zomparelli è sulla stessa linea del sindaco Procaccini: “Questa degli swap era una spada di Damocle che pendeva sul capo di Terracina e dei suoi cittadini. Si era entrati in una spirale perversa che avrebbe ancora dissanguato le casse comunali. Avere oggi la possibilità di estinguere il debito ci consente di toglierci un macigno dalle spalle e guardare con più serenità all’avvenire. Devo ringraziare il Dipartimento Finanziario per il lavoro svolto in questi anni, un’opera di grande pazienza, precisione e rigore che oggi regala alla città prospettive migliori”.