“A questo punto le dimissioni del sindaco e della giunta sarebbero un atto dovuto, la città ha bisogno di liberarsi di questi spocchiosi dilettanti”. Usa toni forti Marco Savastano nei confronti dell’amministrazione di Latina Bene Comune sul caso urbanistico della variante Q3, finito sotto la lente della Procura per falso e lottizzazione abusiva. Il responsabile di CasaPound Latina afferma che “da un compromesso ‘strano’ e ‘sospetto’ è derivata una delibera frettolosa anch’essa strana e sospetta”.
Nella notte tra il 25 e il 26 gennaio scorsi CasaPound Latina ha affisso in via del Lido, a ridosso dell’hotel Garden, uno striscione con la scritta “Cement0 commerciale” con lo zero spaccato al posto della “O” finale di cemento in riferimento “a quanto veniva riportato in campagna elettorale nel programma di Lbc a pagina 11 ‘sono stati costruiti tanti edifici, spesso senza alcun criterio urbanistico…. sempre più spesso le aree destinate ad altri servizi sono state trasformate in aree edificabili con provvedimenti maldestri e illeggittimi’ con cui mettevano un punto fermo sulla nuova edilizia in città parlando di zero cemento per il futuro”, spiega Savastano. “Nel mese di dicembre, invece, in fretta e furia – aggiunge – veniva concessa un’autorizzazione a costruire l’ennesimo centro commerciale nella zona adiacente all’Hotel Garden con un cambio di destinazione d’uso del terreno”.
“Un’operazione che ci lascia molto perplessi”, incalza Savastano che già il 26 gennaio attraverso una nota stampa a corredo dello striscione dichiarava quanto segue: “In attesa delle decisioni del Nipaaf sulla regolarità o no dell’iter della variante, esprimiamo sinceramente sorpresa nel vedere i paladini del cemento zero autorizzare altri 25.000 metri quadrati di negozi in una zona che nemmeno in poco più di un chilometro quadrato presenta i centri commerciali del Palazzo di vetro, del Morbella, del nuovo “Orizzonti”, di Latinafiori e di un ulteriore supermercato in via del Lido. “Un’altra ‘stranezza’ è anche quel compromesso da 3 milioni di euro che già ‘prevedeva’ la concessione avvenuta in un tempo successivo alla data della firma tra la Corica Costruzioni srl, tra i cui soci figurano società del gruppo Malvaso, Grenga e Petricola, e la Green Building il cui amministratore è Corica Luigi”.
“Comunque vada a finire Lbc e la giunta di Coletta ne escono male”, continuava Savastano, “sia per l’inopportuna scelta di concedere nuove superfici commerciali senza una pianificazione ed una visione di città, se ce l’hanno, sia nell’iter frettoloso che lascia pensare male o che lascia intravedere dilettantismo e ingenuità che una amministrazione non può avere”. Oggi alla luce dei risvolti dell’inchiesta Savastano chiede le dimissioni del sindaco e della sua giunta.