GAETA – Quasi 250 milioni di euro spesi in azzardo nel Lazio sud. La Caritas diocesana di Gaeta, ha raccolto e sistematizzato i dati relativi al Lazio sud per l’anno 2019, grazie anche alla collaborazione con la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, Libera Presidio Sud Pontino, ADRA, Croce Rossa Italiana Comitato Sud Pontino. Le cifre sono davvero impressionanti e il quadro complessivo è allarmante. Cifre che confermano come l’azzardo possa essere definito “l’eroina del terzo millennio”, con conseguenze devastanti sul piano psicologico, economico e sociale. Tra l’altro, il disturbo da gioco d’azzardo è inserito nella categoria delle dipendenze del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali.
Come nell’anno precedente, Formia si conferma la città con la giocata più alta. Seguono Santi Cosma e Damiano, Fondi e Minturno. Un altro dato significativo è l’aumento delle cifre spese in azzardo nei piccoli comuni tra cui in testa Ventotene e Ponza.
La giocata media pro capite nel Lazio sud è superiore del 22% rispetto al dato nazionale. Inoltre il dato è riferito alle sole giocate ‘fisiche’ (slot machine, ricevitorie, gratta e vinci, ecc.) senza il dato dell’online.
“Non si può rimanere indifferenti di fronte a questa piaga sociale. – si legge nella nota – Anno dopo anno intere famiglie vedono sgretolare i proprio affetti e relazioni per colpa di una dipendenza subdola e distruttiva come quella dall’azzardo.” La Caritas ha realizzato negli anni numerose iniziative come convegni, Tende del Buon Gioco nelle piazze, incontri di sensibilizzazione nelle scuole con esperti e psicologi, networking con le amministrazioni e l’apertura di un centro specifico di ascolto e di orientamento. In attesa di un riordino della normativa sul gioco d’azzardo, il Tavolo di lavoro della Caritas, chiede ai vari sindaci che si agisca a livello di Distretto Socio-Sanitario emanando regolamenti comuni in ogni città, con l’obiettivo di incoraggiare gli esercenti a disfarsi delle slot machine e inserendo norme più restrittive.
“È il tempo della prevenzione. È il tempo della costruzione di una società post-Covid che si fondi sul benessere delle persone che la costituiscono perché è questo che rende una società veramente civile.”