Gestione rifiuti a Latina: se la Latina Ambiente riuscirà a giungere al suo fine vita, programmato per giugno 2017, il futuro del servizio sarà affidato ad una municipalizzata; se al contrario la società pubblico-privata dovesse fallire prima della sua morte naturale sarà “ripescato” il bando europeo del commissario Barbato, attualmente sospeso, modificato e riproposto, per l’affidamento dell’igiene urbana a soggetto terzo. Eccoli i piani A e B dell’amministrazione comunale del sindaco Damiano Coletta, per il nuovo servizio dei rifiuti solidi urbani, che ha preso atto degli effetti del decreto Madia. Decreto che stabilisce che nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società in controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le Amministrazioni pubbliche controllanti non potranno costituire nuove società, né acquisire partecipazioni in società già costituite o mantenere partecipazioni in società qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita.
Il piano Capirci
I piani A e B sono emersi nel dibattito fiume dedicato ai rifiuti, al servizio di igiene urbana e alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Ma tra il piano A e il piano B, è spuntato anche il piano Capirci. L’assessore alle finanze del Comune di Latina, Giulio Capirci, ha riferito di aula che secondo lui non è pacifico definire la Latina Ambiente come società di controllo pubblico dal momento che, sebbene il Comune sia detentore del 51% delle quote – quindi a maggioranza pubblica – , di fatto non ha mai avuto il controllo del socio privato, gestore della stessa. Questo per dire che, secondo Capirci, qualora la Latina Ambiente dovesse fallire non sarebbe così “impossibile” superare la ristrettezza del decreto Madia.
La differenziata e il riutilizzo delle bucce di banana
Il dibattito fiume è stato assorbito in gran parte dagli esponenti di Latina Bene Comune che a turno, dal sindaco all’assessore all’ambiente Roberto Lessio, dal capogruppo Dario Bellini, dai consiglieri Antonino Leotta, Eugenio Lendaro, Salvatore Antoci, Loretta Angelina Isotton, Marina Aramini e Laura Perazzotti hanno voluto ribadire in tutte le salse la carta vincente dell’economia circolare che poggia sulla raccolta spinta della differenziata per trasformare i rifiuti in risorsa, per il bene dell’ambiente, della salute, del risparmio dei costi di smaltimento e nelle bollette degli utenti. E così dal riutilizzo dei fondi del caffè per la produzione di compost, si è finito per parlare anche del riutilizzo dei gusci delle uova per farne malte speciali per l’edilizia e del riutilizzo delle bucce di banana per la produzione di suole di scarpe. Insomma, Lbc ha gettato le basi per la battaglia della differenziata che finora sarebbe stata ostacolata da una volontà precisa che colloca la città di Latina al di sotto del 65%, percentuale che invece avrebbe dovuto raggiungere, per legge, già entro il 2012.
L’indifferenziato pilotato dal conflitto d’interesse
A relazionale sull’inadempienza in termini di differenziata ci ha pensato il consigliere Antoci ripercorrendo le tappe del tortuoso percorso seguito dalle precedenti amministrazioni per arrivare ad affermare che il mancato raggiungimento degli obiettivi del “porta a porta” sarebbe stato pilotato dal presunto conflitto di interessi tra la Latina Ambiente e la sua partecipata Ecoambiente che non avrebbe tratto beneficio dalla riduzione dei rifiuti in discarica.
Il rapporto crediti/debiti mai risolto
Il consigliere Nicoletta Zuliani, contraria insieme agli altri esponenti del Pd alla nuova gestione del servizio rifiuti attraverso la municipalizzata (sul finire dell’amministrazione Di Giorgi il gruppo del Pd aveva votato in favore del bando europeo), ha focalizzato il suo intervento per affermare che l’amministrazione comunale deve maggiormente preoccuparsi del pericolo imminente del fallimento della Latina Ambiente – osservazione giunta anche dal consigliere Nicola Calandrini di Fratelli d’Italia – e che deve una volta per tutte affrontare le partite creditorie e debitorie tra il Comune e la Latina Ambiente al fine di giungere ad una conciliazione. “Il Tribunale di Latina – ha detto – necessita di questi dati economici per giungere ad una decisione sulle sorti della Latina Ambiente. Non fornire ai giudici tali informazioni ostacolare il giudizio”. Zuliani, sulla mancata definizione debiti-crediti, ha fatto notare anche che la stessa potrebbe inficiare sulla veridicità del bilancio comunale, atteso che non si ha notizie dei bilanci consolidati della società relativi al 2014 e 2015.
Le notizie di reato
Le osservazioni della Zuliani non sono piaciute all’assessore Capirci che ha subito ribattuto che allora sarebbe dovuta andare a riferire questi fatti alla Corte dei Conti prima di passare in Consiglio. Ma l’assessore Capirci si è mostrato invece distratto sulle notitiae criminis fornite da Antoci. Per par condicio avrebbe dovuto invitare anche il consigliere di maggioranza a passare prima in Procura e poi in aula. Dettaglio che non è sfuggito alla Zuliani che gliel’ha subito fatto notare.
Lbc boccia l’operazione chiarezza
Comunque, ad ogni buon conto l’intervento di Zuliani sui debiti-crediti con la Latina Ambiente sono confluiti in un ordine del giorno intitolato “Operazione chiarezza”, controfirmato anche dai consiglieri Enrico Forte, Nicola Calandrini, Andrea Marchiella, Matilde Celentano, per chiedere al sindaco e alla giunta di chiarire immediatamente la posizione dell’amministrazione rispetto alla situazione debito-creditoria nei confronti della Latina Ambiente. La proposta è stata bocciata dalla maggioranza con 17 voti contrari, contro 6 a favore.
La stoccata di Marchiella
Il consigliere Marchiella (Fratelli d’Italia) ha dedicato il suo intervento alle problematiche di Borgo Montello dove la gente è morta e continua a morire di cancro. Questo per dire che non vorrebbe che con il fallimento della Latina Ambiente fosse ulteriormente rinviato il discorso dei ristori dovuti alla gente che respira l’aria della discarica. Marchiella ha iniziato il suo intervento sottolineando il fatto che dal dibattito sui rifiuti è emerso che il Consiglio comunale è composto da persone oneste, evidenziando altresì che da parte della giunta c’è stata e c’è poca coerenza, nei principi e nelle scelte. Nei principi laddove si parla di lotta alle mafie (“forse qualche assessore ha qualche problema” – ha detto, probabilmente alludendo al sequestro di oggi), nelle scelte riferendosi al fatto che si è passati dalla volontà di gestire i rifiuti prima in house, poi aderendo a Formia rifiuti zero, poi non si sa ancora come perché si è legato il tutto al fallimento sì, fallimento no della Latina Ambiente. “Ecco, si è previsto nel piano triennale delle opere interventi per i borghi che hanno pagato con la discarica? Non vorrei che poi se fallisse la Latina Ambiente le somme accantonate non si potessero più spendere”.
Il piano industriale entro dicembre 2016
Il Consiglio comunale di oggi ha messo in fila degli obiettivi comuni: spingere sulla differenziata, difendere l’occupazione dei lavoratori della Latina Ambiente, puntare alla municipalizzata (obiettivo non condiviso espressamente dal Pd) evitando il fallimento della Latina Ambiente, ma poi quando si è trattato di esplicitare quest’ultimo aspetto nell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, su esplicita richiesta di Calandrini, Lbc non ne ha voluto sapere. Motivo per cui la votazione è stata la seguente: due voti contrari, 4 astenuti e 17 favorevoli. Con l’ordine del giorno approvato si chiede a sindaco e giunta di portare in Consiglio comunale entro dicembre 2016 il piano industriale e le delibera di indirizzo per la scelta della nuova gestione e di adottare tutte le iniziative possibili per impedire la riapertura della discarica di Borgo Montello.
Tutti contro la delibera trabocchetto della Regione
Il Consiglio all’unanimità ha votato anche un altro ordine del giorno sulla questione discarica di Montello (leggere qui)