Le modalità per accedere alle spiagge anche del nostro litorale nella cosiddetta Fase 2 sono molto restrittive. Si parla di distanziamento degli ombrelloni e contatori per limitare gli ingressi alle spiagge libere.
“La proposta del sindaco Mitrano – dicono però dalla sezione “Mariano Mandolesi” del Partito comunista di Gaeta – è attenta esclusivamente a favorire la rapida ripresa dei profitti degli imprenditori balneari e di categorie affini, dimenticandosi completamente dei lavoratori stagionali e delle classi popolari”.
“Nella dubbia ipotesi che le condizioni epidemiologiche consentano l’inizio della stagione balneare – continuano – le misure adottate produrrebbero sicuramente un ulteriore notevole incremento dei costi già esosi a carico dell’utenza, tra attrezzature da spiaggia, parcheggi, cabine e altro. E’ una semplicissima legge di mercato a determinarlo a causa della diminuzione dell’offerta generata dal distanziamento. Questo effetto andrebbe a colpire numerosi cittadini, il cui numero purtroppo aumenta a dismisura in un momento di difficoltà economica come questo, per i quali i prezzi risulteranno assolutamente non accessibili. I meno facoltosi dovranno riversarsi nei tratti sempre più esigui di spiaggia libera in un numero limitato e contingentato. Non si capisce esattamente inoltre come questo controllo dovrebbe avvenire, tantomeno come dovrebbe essere efficace la sorveglianza su questi tratti di spiaggia libera”.
“Si delinea – spiegano ancora – uno scenario di facoltosi che spenderanno cifre ingenti per passare una serena vacanza in sicurezza con a pochi metri i meno abbienti in una terra di nessuno, costretti a rischiare la propria salute per qualche ora di mare. Per riuscire quantomeno a limitare questo effetto sarebbe bastato pensare ad iniziative che calmierassero i prezzi e le tariffe dei servizi balneari anche facendo leva su accordi specifici con gli operatori del settore.
Se in passato fosse stata accolta la nostra proposta di affidare diversi servizi turistici ad un’azienda speciale pubblica non si porrebbe ora il problema di un intervento esterno per limitare l’aumento dei prezzi, il quale si attesterebbe anche in circostanze normali su tariffe più accessibili. Allo stesso modo non si porrebbero le legittime preoccupazioni per le norme a tutela della salute dei dipendenti che il privato è solitamente riottoso ad applicare per contenere i costi e massimizzare i guadagni, o per il rischio concreto di un ulteriore peggioramento delle già scandalose condizioni lavorative e salariali. Il pericolo che ad essere colpiti maggiormente siano i lavoratori stagionali sui quali si intenda riversare ancora una volta il prezzo della crisi è altissimo”.