Frode carosello, il Tribunale di Latina sul sequestro da 38 milioni

Guardia di Finanza - GDF

Il Tribunale Penale di Latina è chiamato a decidere sulla richiesta di sequestro di beni per un valore complessivo di 38 milioni di euro, avanzata dalla Procura Europea nell’ambito di un’inchiesta per frode. La richiesta è stata presentata per consentire la confisca di tali beni, ma la decisione finale spetta ora al Collegio Penale, che si è riservato di esprimersi.

L’indagine ha coinvolto diverse città italiane, ma la base operativa della presunta frode era situata a Latina, dove erano attivi due uffici centrali. In tutto, ben 19 società risultano coinvolte e la maggior parte di esse ha la sede legale proprio a Latina e nelle aree limitrofe. Secondo l’accusa, le società in questione avrebbero comunicato informazioni false sulla loro situazione patrimoniale, inducendo in errore soci e pubblico. Questa manovra sarebbe stata attuata per agevolare lo scioglimento e la successiva cancellazione delle aziende dal registro delle imprese, con l’approvazione di bilanci finali di liquidazione non corrispondenti alla realtà, risalenti a dicembre 2020.

Tra le irregolarità riscontrate dagli inquirenti ci sono omissioni significative delle passività tributarie: in particolare, l’Iva maturata e non versata sarebbe stata pari a 470mila euro per il 2019 e a oltre 3,3 milioni di euro per il 2020. Secondo gli investigatori, il sistema di frode era ben collaudato, con variazioni negli importi a seconda dei casi. Le indagini della Guardia di Finanza di Latina hanno inoltre coinvolto anche un direttore di banca della provincia, accusato di aver ricevuto una somma di 5mila euro da uno degli indagati. In cambio, avrebbe violato gli obblighi del suo ufficio, facilitando l’apertura di un conto societario senza effettuare le dovute segnalazioni di operazioni sospette, permettendo così la continuazione delle attività illecite.

La complessa indagine ha toccato diverse aree geografiche, con indagati residenti tra Latina, Fondi, Terracina, Sezze, Frascati, e anche in altre province come Salerno, Milano, Bologna, Como e Reggio Emilia. Negli ultimi giorni si è svolta un’udienza decisiva, in cui la Procura ha ribadito la necessità del sequestro come misura per contrastare la frode fiscale conosciuta come “frode carosello”, che include il fenomeno delle “società missing trader”.

Ora, l’attesa è rivolta alla pronuncia del Riesame, che dovrà decidere se accogliere la richiesta dei magistrati inquirenti e confermare il sequestro preventivo dei beni delle società coinvolte. Si tratta di ore cruciali per l’esito di un’inchiesta che ha fatto luce su un sistema di frode diffuso e radicato.