E’ stata annullata la confisca del patrimonio di Vincenzo Zangrillo, disposta nelle precedenti decisioni adottate dal Tribunale di Latina e dalla Corte di Appello di Roma. La decisione della Suprema Corte di Cassazione è arrivata qualche giorno fa, rimandando gli atti indietro ad altra Sezione della Corte di Appello per una nuova pronuncia.
“La procedura a carico di Zangrillo e dei suoi familiari – hanno detto l’avvocato dell’imprenditore di Formia, Pasquale Cardillo Cupo – è priva di ogni minimo elemento di fatto e di diritto per giustificare una confisca; a carico dello stesso c’è un abuso edilizio di venti anni fa e fondare su questo e mere illazioni un giudizio di pericolosità significa distorcere il senso delle misure di prevenzione”.
Soddisfazione, infine, è stata espressa dall’altro avvocato di Zangrillo, Giuseppe Stellato, che ora attende il deposito delle motivazioni della Suprema Corte sull’accoglimento dei ricorsi della difesa per poter sollecitare la nuova udienza in Corte di Appello nella “convinzione di vedere presto restituiti alla famiglia Zangrillo i beni ottenuti con una vita di lavoro e di sacrifici”.
La Corte di Appello di Roma aveva confermato la confisca dei beni per un valore complessivo di oltre 22 milioni di euro nel settembre 2020. Secondo i giudici il patrimonio raccolto negli anni sarebbe il frutto di attività criminali svolte dall’uomo d’affari, impegnato con le cave di marmo, trasporto merci, rifiuti e commercio di auto.