Quindici anni dopo i fatti la Corte di Cassazione ha confermato le condanne di primo grado nei confronti delle quattro persone coinvolte nell’inchiesta Formia Connection. L’operazione aveva portato alla luce una serie di estorsioni ai danni di una cooperativa che lavorava per il Comune di Formia.
La condanna è così definitiva e gli imputati dovranno ora scontare la pena in carcere. Per questo la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma ha emesso gli ordini di esecuzione per la carcerazione.
Sostanzialmente confermata quindi la sentenza del Tribunale di Latina che aveva riconosciuto, nel marzo 2011, la colpevolezza di Angelo Bardellino (figlio di Ernesto e nipote di Antonio, il fondatore del clan dei Casalesi), Franco D’Onorio De Meo, Tommaso Desiato e Giovanni Luglio.
Angelo Bardellino, che si è costituito insieme a Desiato, dovrà scontare la condanna a 7 anni e 5 mesi di reclusione, Franco D’Onorio De Meo 6 anni e 11 mesi, Tommaso Desiato 6 anni e 11 mesi, mentre per Giovanni Luglio ha ridotto la condanna di primo grado da 7 anni e 6 mesi a 7 anni.
Le indagini condotte dalla Questura di Latina dal 2003 e nel 2004 permisero di accertare che gli arrestati sono gli autori di una lunga scia di estorsioni, minacce e pestaggi ai danni del presidente della cooperativa “Solidarietà Sociale” che all’epoca svolgeva lavori di manutenzione per l’amministrazione comunale.