Noto imprenditore di Fondi, grossista di prodotti petroliferi, ma soprattutto titolare del bar di un’area di servizio poco distante dal centro urbano della cittadina pontina, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per estorsione e minacce nei confronti di tre suoi dipendenti, un uomo e una donna della zona. L’arrestato, G.R., sulla cinquantina, si trova ora ai domiciliari presso un’abitazione di Sperlonga. Il suo arresto è scattato in forza di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Pierpaolo Bortone su richiesta del sostituto procuratore Luigia Spinelli che ha coordinato le indagini a suo carico svolte dai militari della Compagnia di Fondi, diretta dal capitano Gianfranco Mozzillo.
Contestata l’estorsione, le minacce per costringere a commettere altro reato e appropriazione indebita in danno del personale impiegato nel bar del distributore di carburanti. L’attività investigativa dei finanzieri è scaturita a seguito di verifica fiscale volta all’accertamento del rispetto degli adempimenti amministrativo-contabili.
Dall’esame della documentazione rinvenuta e dai successivi approfondimenti investigativi, le Fiamme Gialle fondane hanno riscontrato che nel periodo compreso tra il 2013-2017, l’imprenditore avrebbe indotto sistematicamente i tre dipendenti della società, con l’implicita prospettiva di licenziamento, ad accettare gravose condizioni di lavoro, come, ad esempio, prestare la propria attività lavorativa per otto-dieci ore al giorno a fronte di un contratto part-time in base al quale gli venivano retribuiti la metà delle ore prestate e, ancora, a dover accusare proprie colleghe per addebitare ingiustamente loro gravi mancanze sul luogo del lavoro.
In base alla ricostruzione degli inquirenti i tre dipendenti sarebbero stati indotti a rinunciare alla 13^ e 14^ mensilità nonché alla retribuzione di ferie e permessi e alla mancata corresponsione degli assegni familiari, degli 80 euro mensili del bonus Renzi e dei crediti d’imposta spettanti dalla liquidazione Irpef. Emblematico il caso di un dipendente il quale, all’esito degli accertamenti, è risultato avere prestato la propria attività lavorativa ininterrottamente per circa 4 anni senza godere dei previsti giorni di ferie e riposi settimanali. Due dei tre dipendenti vittime sono poi stati comunque licenziati dall’imprenditore mentre il terzo in precedenza si era licenziato da solo.
Il Tribunale di Latina ha ritenuto fondate le conclusioni cui è giunto l’Ufficio del Pubblico Ministero ritenendo configurabile il reato di estorsione nella condotta dell’imprenditore, nella fattispecie imponendo ai dipendenti condizioni retributive e di lavoro particolarmente gravose, dietro la minaccia del licenziamento.
Al momento dell’arresto l’uomo si è visto spiazzato. Mai avrebbe immaginato un’inchiesta di questa portata a suo carico. Incredulità da parte dei frequentatori del bar del distributore di benzina alle porte di Fondi.