Fortemente voluta dal forum della cultura di Latina Bene Comune, la presentazione del libro di Marco Omizzolo “La Quinta Mafia” avrà luogo martedì 18 ottobre alle 19 presso la sede di Lbc di corso della Repubblica 216 nel capoluogo pontino. Sarà occasione per approfondire il tema delle infiltrazioni mafiose nel territorio pontino. Durante l’incontro, fortemente voluto da Pietro Gava, segretario del movimento civico, sarà possibile infatti rivolgere domande all’autore,
Il libro racconta episodi selezionati in un periodo che va dal 1980 al 1992, un periodo che ci racconta Omizzolo è centrale per la capacità che le varie mafie pontine hanno avuto di consolidarsi, penetrare nel tessuto sociale prima ancora che economico e politico, risultare presenze evidenti senza essere però additate e capaci nel contempo di costruire relazioni di potere che hanno permesso loro di realizzare affari, peraltro in tutta la provincia di Latina, sino addirittura ad aprire scontri armati che avevano come compito quello di costruire nuove relazioni ed equilibri. Il risultato è stato un rafforzamento del network mafioso.
Un fenomeno questo, denominato “La Quinta Mafia”, “una espressione non mia – ci racconta Marco Omizzolo – che indica un modello mafioso fatto di relazioni sociali e poi di interessi economici e politici che nel corso degli anni successivi a quelli selezionati ha visto manifestare la sua violenza e capacità di condizionamento. Penso all’omicidio di Don Cesare Boschin, parroco di borgo Montello, vicino Latina, che denunciò per primo il traffico illecito di rifiuti che interessava la relativa discarica e più in generale l’intera provincia di Latina, il “caso Fondi”, il sistema degli appalti, delle truffe allo Stato, il racket, la saldatura sempre più stretta tra politica e criminalità, come le ultime brillanti operazioni delle forze dell’ordine pontine hanno dimostrato (operazione “Don’t touch”), sino alla formazione, come provata da una recente pubblicazione dal titolo “Le mafie straniere in Italia”, di una proto-mafia ossia di un’organizzazione criminale internazionale dedita al traffico internazionale di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo, caporalato e agromafie”.
“Ogni volta che si sente parlare di mafia nel pontino – sottolinea Latina Bene Comune – si pensa erroneamente di trovarsi di fronte ad un fenomeno nuovo, il libro invece ci dimostra come questo fenomeno parte da lontano, ha avviato la sua conquista della provincia di Latina sin dagli anni 80 ed oggi è ben radicato, in quanto fenomeno basato sulla capacità di creare equilibri tra relazioni interne, tra diversi clan mafiosi presenti nel pontino, ed esterne con alcune articolazioni dello Stato, dell’imprenditoria, del credito, della società. Combattere efficacemente le mafie significa combattere nel contempo i comportamenti e gli interessi mafiosi che sono fuori di esse, inclusi comportamenti come l’ignavia, l’indifferenza, il disinteresse che costituiscono l’humus sul quale le mafie e altre forme di criminalità prosperano”.