Ieri è stata approvata in Consiglio comunale a Latina, con voto unanime dei soli consiglieri LBC, opposizioni astenute, la delibera di adesione alla marcia promossa dal Movimento Federalista Europeo che si terrà a Roma il 25 marzo, data in cui ricorre il 60° anniversario dei trattati di Roma che hanno istituito la Cee. L’astensione dell’opposizione, secondo il gruppo di maggioranza “è stata motivata da deboli affermazioni come quella del consigliere Matteo Coluzzi che ha dichiarato che pur essendo condivisibili i valori europeisti la proposta veniva da un Movimento che non li rappresenta”.
Ma al di là di questo, il gruppo capeggiato da Dario Bellini spiega che “si tratterà di una marcia pacifica per un’Europa migliore, più forte e più unita”. Lo scopo è quello di “portare fino in fondo il progetto di Unità Politica dell’Europa”. “Sessant’anni anni di pace – si legge in un comunicato stampa del gruppo – garantiti da una Unione Europea che è stata e continuerà ad essere il baluardo di benessere, sicurezza e democrazia completando il suo progetto di unione politica e aggiornandosi alle nuove sfide socio-culturali e geo-politiche che stanno interessando i suoi Popoli. Noi di LBC vogliamo prima di tutto una unione di persone e lottiamo per una democrazia dal basso, per l’espressione compiuta e efficace dei popoli, consapevoli che questo percorso è e sarà ancora lungo, attraverserà le necessarie crisi, ma giungerà a maturazione. Solo nel dialogo e nel confronto continuo e armonizzato è possibile costruire e mantenere percorsi di Pace e di Sviluppo. Già dalla campagna elettorale abbiamo accolto con favore le sollecitazioni che il Movimento Federalista Europeo ha rivolto a tutte le forze politiche per avere più Europa e un’Europa migliore. Per noi ‘civici’ è stato un gesto naturale inserito in un percorso di costruzione del bene comune proprio come quello che ha ispirato i padri fondatori dell’Unione Europea. Liberi da schemi politici di posizionamento e da calcoli elettorali, dichiariamo con convinzione e consapevolezza il nostro essere cittadini europei, così nella buona come nella cattiva sorte. Perché nonostante le sue attuali carenze e difficoltà, l’UE è un laboratorio di pace e democrazia, un modello a cui per anni si è guardato con molto interesse da tutto il mondo. Un modello che oggi deve raccogliere la sfida di uno sviluppo inclusivo e sostenibile, confrontandosi sulle politiche migratorie, sulla mondializzazione dei mercati, e soprattutto sulle dinamiche di partecipazione interculturale. Un’Europa che deve Essere Oltre (non solo andare oltre), che sappia far sentire a casa tutti gli uomini e le donne in Europa e nel Mondo. Questa casa, noi latinensi, dobbiamo essere bravi ad abitarla, cogliendone tutta la ricchezza culturale, oltrepassando le limitate visioni provinciali, e sfruttandone tutte le opportunità di sviluppo e di contaminazione positiva.