Nessun “Libera Italia”, il discorso di ieri del premier Giuseppe Conte ha confermato quello che già sapevamo con qualche restrizione in più. Sembrava infatti che almeno all’interno dei Comuni non sarebbe stata più necessaria l’autocertificazione e invece il presidente del consiglio l’ha confermata, specificando che sarà anche di nuovo modificata per inserire la possibilità di far visita ai parenti. Inizia così la Fase 2 contro il coronavirus: le nuove misure entreranno in vigore dal 4 maggio.
I bambini potranno vedere i nonni con guanti e mascherina, anche se qualcuno poi dovrà spiegare come sarà possibile fermare un bambino di tre anni che vuole abbracciare persone tanto importanti che non vede da oltre un mese.
Niente spostamenti tra le Regioni né periodi di relax nelle seconde case. Qualche azienda potrà riaprire, con strettissime misure di sicurezza, ma fino al 18 maggio la situazione resta più o meno invariata. I runner potranno spostarsi oltre i 200 metri da casa e i parchi saranno riaperti (sempre considerando poi le disposizioni che potranno essere emanate dai sindaci), mantenendo sempre a mente il distanziamento sociale.
Il governo non allenta la presa e considerando gli altri paesi che stanno ripartendo più velocemente può sembrare troppo orientato a evitare nuovi focolai e meno preoccupato per i danni economici che saranno devastanti.
Nessun accenno ai bambini e alle scuole in 30 minuti di conferenza stampa. Poche e non rassicuranti parole su come dovrebbero fare i genitori a tornare al lavoro senza la ripresa delle lezioni (e non in videoconferenza), e ancora più in là dei campi estivi. Oltre alla crisi economica il paese potrebbe fare un passo indietro nello sforzo per raggiungere una parità dei sessi di 70 anni. Non è difficile infatti capire che a rinunciare al lavoro nella maggior parte dei casi saranno le donne, dato che per statistiche recenti guadagnano il 30% in meno degli uomini in Italia e hanno contratti meno stabili.