Coronavirus, a Roma, si può riaprire gradualmente. Lo ha scritto l’Ordine dei medici della Capitale al sindaco di Roma Virginia Raggi consigliando le misure da seguire per la Fase 2 che potrebbero essere utili per tutto il Lazio. La prima riflessione è che “senza mascherine disponibili non si può rendere obbligatorio nulla”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici, Antonio Magi, ha elencato le condizioni che renderanno possibile la Fase 2.
“Bisognerà partire dall’uso obbligatorio dei dispositivi per tutti quanti, quali mascherine chirurgiche, quelle vere, e guanti assieme al gel igienizzante, ormai lo sappiamo, che dovranno far parte del nostro quotidiano e bisognerà quindi provvedere già da adesso a un rapido e massivo approvvigionamento per evitare, in questa fase, di farci trovare impreparati (non si può applicare l’obbligo senza avere a disposizione quanto si vuole rendere obbligatorio)”.
“Confermato il rispetto del distanziamento sociale nei luoghi di lavoro e nei locali pubblici, con accesso contingentato, e bisognerà ove possibile attivare sempre di più lo smart working per il più alto numero possibile di dipendenti, per ridurre persone circolanti e aggregazioni nei posti di lavoro.
Bisognerà obbligatoriamente prevedere l’uso di termoscanner all’ingresso e all’uscita delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane nonché nei centri commerciali e negli uffici pubblici/privati così come nelle aziende del nostro territorio e si dovrà subito prevedere la presenza di personale medico e sanitario di riferimento, nelle aziende, meglio se medici del lavoro e che, in caso di necessità, operi da filtro, ed applichi i protocolli sanitari previsti isolando il paziente positivo ed attivando il triage”.
Per i centri commerciali e outlet: “sarebbe opportuno, oltre ai termoscanner agli ingressi, prevedere dei meccanismi salta coda normalmente utilizzati dai turisti di tutto il mondo e attualmente in fase di sperimentazione in alcune catene di distribuzione alimentare del Nord Italia. Attraverso un’App – approfondisce Magi – si potrà prenotare il giorno e l’orario per recarsi in questi posti. L’accesso sarà consentito fino a un certo numero di ingressi evitando pericolose concentrazioni di persone. Anche in queste aree sarebbe opportuno prevedere spazi da adibire ad ambulatori con personale dedicato.
Il tracciamento epidemiologico, attraverso tamponi ed in questa fase anche i test seriologici, per capire l’andamento del contagio e permettere la circolazione ed il lavoro nella massima sicurezza possibile. Quindi capacità e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia a settimana) nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione da parte delle istituzioni deputate da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai epidemici”.
L’ordine dei Medici auspica anche un rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica, che potrà avvenire “sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio e con messa a punto di sistemi di ‘epidemic intelligence’, che rilevino precocemente ogni segnale di accensione di focolai epidemici”. Magi chiede anche di “potenziare e attivare unità mobili di pronto intervento al fine di agire prontamente nel caso si individuassero possibili focolai. Intendiamo medici Covid-19 territoriali”.
Importante “il potenziamento della sanità territoriale, in particolar modo mediante équipe sanitarie di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali e personale infermieristico e della riabilitazione per la gestione di malati cronici e anziani anche per attività domiciliare”.