Gina Cetrone ha presentato nei giorni scorsi ricorso al tribunale del Riesame. Il suo avvocato, Lorenzo Magnarelli, ha chiesto la scarcerazione della sua assistita, arrestata nell’operazione Scheggia. E’ accusata, tra le altre cose, dell’estorsione ad un imprenditore, insieme al marito e ad Armando, Samuele e Gianluca Di Silvio.
“Molteplici i punti nodali che saranno oggetto di attività difensiva – ha spiegato l’avvocato – nell’ambito della procedura. In particolare non vi è stato alcun coinvolgimento materiale o psicologico da poter attribuire alla stessa. Cetrone è totalmente estranea alle vicende oggetto dell’imputazione cautelare.
Non convince – continua Magnarelli – la scelta accusatoria, di contestare l’estorsione in costanza di un credito certo, riconosciuto finanche dallo stesso debitore. In tal caso, infatti, appare più pertinente, sotto il profilo giuridico, far riferimento all’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ferma restando, anche in tale caso di lettura giuridica alternativa, l’assenza di qualsivoglia coinvolgimento da parte della Cetrone, non rileverebbe comunque in alcun modo alcun margine per applicare misure cautelari”.
“E’ altresì dubbia la meccanica applicata dall’accusa, in ordine al rapporto tra aggravanti ed esigenze cautelari. Anche su tali aspetti, l’assenza di qualsivoglia coinvolgimento della Cetrone, la sua specchiata condotta di vita, nonché l’inserimento della stessa nella società, sono elementi idonei a neutralizzare qualsivoglia esigenza cautelare. Peraltro, assai critica risulta anche la scelta della misura cautelare più afflittiva (il carcere, ndr), che il nostro ordinamento possa consentire”.
“Sono convinto dell’innocenza di Gina – ha concluso l’avvocato – e della sua totale estraneità alle accuse attualmente mosse a suo carico”.