Domenica prossima, 27 ottobre, torna l’ora solare: alle 3 lancette indietro di un’ora, per la gioia di chi vorrà dormire un’ora in più.
“Attualmente la possibile abolizione del cambio di orario stagionale è argomento di discussioni politiche – commenta Giovanni D’Agata presidente dello Sportello dei Diritti – , ma non sono ancora state prese decisioni definitive, né a livello dell’UE né in singoli Stati membri. Fino a nuovo avviso si applicherà quindi il vigente sistema orario e anche la prossima primavera, si può già dire, verrà reintrodotta l’ora legale la domenica 29 marzo 2020. I più critici attribuiscono addirittura a questa uso l’aumento del numero degli incidenti stradali. Infatti, non si tratta solo di un’ora di sonno in più e la necessità di risparmiare globalmente energia ma, com’è noto, il cambio d’orario provoca una serie di conseguenze sui normali bioritmi che sono stati anche di oggetto di studio per alcune conseguenze negative non difficilmente percepibili: tra tutte, un aumento del rischio d’incidenti stradali”.
“L’alternanza tra ora legale e solare ha da sempre suscitato grandi polemiche, soprattutto per quanto riguarda i riscontri negativi sulla salute, in particolare sui bambini e sugli anziani. Alcune ricerche – continua D’Agata – hanno stabilito che ad aumentare la frequenza dei sinistri sarebbero la maggiore possibilità di colpi di sonno cui sono soggette molte persone stressate o cronicamente stanche. Basti pensare che secondo l’Inselspital di Berna (l’Università ufficiale di medicina della capitale elevetica) che si rifà ad uno studio canadese, il giorno dopo il cambiamento di orario gli incidenti sulle strade aumentano di ben l’8%. A tali dati sono giunte anche analoghe statistiche americane ed un’indagine condotta dall’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (UPI), che ha analizzato tutti i sinistri stradali fra il 1981 e il 2005 avvenuti la settimana dopo il passaggio all’ora estiva o invernale, arrivando a concludere che aumentano del 7% sia i sinistri, sia il numero dei feriti. La ricerca più completa in relazione agli effetti dell’ora legale sulla frequenza dei sinistri è stata però pubblicata il maggio dello scorso anno in Gran Bretagna. Secondo lo studio britannico, nelle quattro settimane dopo il cambio dell’ora i feriti aumentano del 19% fra gli automobilisti e del 43% fra i motociclisti”.
“Sulla scorta di quanto sostengono tali ricerche, le cause di queste preoccupanti statistiche – evidenzia D’Agata – stanno nel fatto che nella nostra società si tende a dormire troppo poco rispetto al necessario ed in tal senso anche un’ora in meno può comportare effetti evidenti sui nostri comportamenti. Peraltro, v’è da sottolineare che il nostro organismo ha bisogno di almeno un giorno per regolare l’orologio interno biologico. In tal senso i medici che si sono occupati della questione consigliano di andare a dormire un’ora prima del solito il sabato o, ancora meglio, di cominciare ad anticipare i tempi già una settimana prima”.