Nonostante le gravi inadempienze nella realizzazione dei lavori per costruire dissalatori per le isole di Ponza e Ventotene, la Regione Lazio ha erogato a favore di Acqualatina un contributo di 34milioni 900 mila per realizzare le opere entro il 2018. Partendo da questa premessa, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Pernarella, Blasi e Porrello interrogano il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore al ramo Mauro Buschini chiedendo quali misure concrete siano state prese dall’ente regionale contro le gravi inadempienze del gestore. Secondo i consiglieri grillini, il gestore del servizio idrico della Provincia di Latina negli anni si sarebbe rivelato un partner privato inaffidabile e inefficiente. Nonostante ciò la giunta regionale, su proposta dell’allora assessore all’ambiente Fabio Refrigeri, avrebbe continuato ad erogare contributi pubblici a favore di Acqualatina, in particolare 34milioni di euro di anticipo per realizzare entro il 2018 i dissalatori per le isole di Ponza e Ventotene. “Sennonché- si legge nel testo dell’interrogazione urgente- ai sensi del citato articolo 1 comma 609 lettera c del d.g.r n. 190/2014 possono essere assegnati al gestore idrico integrato ulteriori contributi pubblici purché si tratti di gestori selezionati tramite procedura a evidenza pubblica o di cui comunque l’ente attesti l’efficienza gestionale e la qualità del servizio reso, per cui non sembrando affatto Acqualatina un gestore affidabile, si ha ragione di ritenere che la determinazione della Regione Lazio sia radicalmente illegittima o inopportuna”. A motivare la messa in mora del gestore, non solo l’atto di individuazione dello stesso da parte dell’Ato 4, una procedura “contestata nell’ambito dell’indagine amministrativa condotta dal dipartimento del territorio”, ma anche una legge, la 371/2015 che renderebbe possibile l’erogazione dei contributi pubblici, nata sulla scorta di una dichiarazione “di dubbia veridicità” da parte di Acqualatina e dell’Ato 4, che avrebbe già inserito nella tariffa idrica fatta pagare agli utenti i costi della realizzazione dei due dissalatori, per l’investimento di 17 milioni 170mila euro negli anni 2003-2012. La motivare la nuova interrogazione all’ente regionale, l’assenza di risposte da parte della Regione Lazio a una precedente interrogazione presentata sul tema, l’assenza di certificazioni della compatibilità ambientale dei due dissalatori, per i quali andrebbe attivata la procedura di VIA e lo stato di empasse nel procedimento relativo al dissalatore di Ponza, poiché nella conferenza dei servizi sarebbe emerso il dissenso del sindaco a realizzare l’impianto nell’area portuale per insostenibilità ambientale, pur trattandosi di un impianto necessario e che andrebbe realizzato entro il 2018, poiché solo fino a quella data la regione sosterrà il costo dell’approvvigionamento idrico dell’isola attraverso l’uso di navi cisterna. A distanza di due anni dalla data prevista dalla fine dei lavori insomma tutto è fermo, ma entro il 2018 quei lavori dovranno essere ultimati. Una corsa contro il tempo. “Eppure il protocollo d’intesa tra le parti- scrivono ancora i consiglieri del M5S- non è mai stato firmato, mentre in riferimento alle gravi anomalie di gestione del servizio idrico integrato nell’Ato 4, è stata avviata da parte della Regione una indagine amministrativa di cui, nonostante la richiesta di accesso agli atti presentata dai consiglieri del M5S, ancora non è stato reso noto l’esito”. Per i grillini infine illegittimo sarebbe l’aumento dei depositi cauzionali deliberati dal gestore a garanzia degli obblighi contrattuali e quale forma di tutela rispetto alle insolvenze, una scorrettezza cui si sommerebbero quelle segnalate dagli utenti, in merito agli “illegittimi distacchi dei contatori per morosità, a dispetto del principio, stabilito dal Tar Lazio nella sentenza del 2011, che sottolinea che la fornitura idrica è un bene essenziale, ritenendo scorretta la pratica commerciale”. Infine, il M5S ricorda che proprio sulla legittimità delle tariffe applicate tra 2012-2013, l’A.E.E.G.I.S.I. nel 2014, dopo un’ispezione avrebbe avviato la procedura sanzionatoria.