“Dai procedimenti in corso soggetti a Via è sparito il progetto di Ecoambiente”. Ad accorgersene è stato l’ecologista Giorgio Libralato, consulente tecnico del comitato di via Monfalcone, facendo il consueto monitoraggio dell’iter degli atti relativi alla discarica pontina di Borgo Montello che tanto esaspera gli abitanti della zona. Potrebbe essere una buona notizia ma… “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”, volendo usare l’espressione attribuita a Giulio Andreotti.
“Dalla ricerca nel sito ufficiale della Regione Lazio è sparito dall’elenco il progetto di sopraelevazione della società Ecoambiente, mentre, per esempio, è rimasto quello della società Indeco, presentato lo stesso giorno di Ecoambiente. Quello della società Indeco viene definito “sospeso in attesa di pronuncia Via”. “Che cosa può voler significare?”, s’interroga Libralato. Tutto o niente.
Libralato fa diverse ipotesi: si tratta di un mero errore, inavvertitamente è stato tolto dall’elenco, ma la richiesta di sopraelevazione dell’invaso di via Monfalcone presentata dalla Ecoambiente è ancora giacente in attesa di Via al pari dell’autorizzazione chiesta dalla società Indeco, titolare dell’altra discarica di via Monfalcone; è stato bocciato, ma si sono dimenticati di pubblicare il diniego; il progetto di Ecoambiente non è più tra i progetti da sottoporre a Via perché è stato ritirato dalla società proponente, o dalla Regione Lazio o da qualche autorità; il progetto di Ecoambiente è stato approvato dal settore Via della Regione Lazio nonostante le varie criticità e pareri contrari.
Le ipotesi di Libralato appaiono lecite e si inseriscono a pieno titolo negli ultimi accadimenti, primo fra tutti una recente intervista realizzata da “Buongiorno Regione” all’ingegnere Pierpaolo Lombardi, amministratore delegato di Ecoambiente: il 17 maggio 2017 Lombardi ha dichiarato davanti alle telecamere del Tg3: “Abbiamo richiesto un aumento volumetrico di 400mila metri cubi, per portare rifiuti pre-trattati a bassa concentrazione di organico, che difficilmente producono odori molesti”. Esattamente 11 giorni fa, quindi, l’ad di Ecoambiente ha rivendicato la bontà del progetto, anche a costo di subire un linciaggio. Erano presenti gli abitanti di via Monfalcone. Cosa sarebbe mai potuto accadere in così poco tempo per rinunciare alla sopraelevazione? Sul progetto di Ecoambiente ci punta anche la curatela fallimentare della società Latina Ambiente, proprietaria al 51% di Ecoambiente. Il 17 aprile 2017, Lorenzo Palmerini, curatore fallimentare della Latina Ambiente (51% del Comune di Latina), in audizione in commissione consiliare Ambiente, non ha nascosto l’interesse della curatela a rendere economicamente appetibile la proprietà di Ecoambiente attraverso l’autorizzazione alla sopraelevazione, tanto da riferire (qui gli audio dell’audizione integrale) di essersi recato in Regione per avere garanzie sull’ok al progetto. “Abbiamo parlato con il dirigente: nulla di assicurato, nulla di garantito ma neanche nulla di vietato. L’impressione è che sia solo una questione di tempo”, ha detto ai consiglieri commissari palesando l’intenzione della curatela di vendere al miglior prezzo le quote della Ecoambiente. E dopo un mese esatto le parole “eco” di Lombardi. Difficile credere a una rinuncia. Possibile che trovi ragione l’ultima ipotesi di Libralato, ovvero che il progetto di Ecoambiente sia stato approvato dal settore Via della Regione Lazio? A guardare bene le ipotesi di Libralato c’è anche quella di un intervento d’”autorità” che resterebbe in pista. Quel giorno a Borgo Montello, durante le interviste di “Buongiorno Regione”, una fonte autorevole ha parlato fuori onda di un possibile commissariamento: “Nuove autorizzazioni per gli impianti di Borgo Montello potrebbero arrivare direttamente dal Governo”.
Non è nostra intenzione provocare allarmismo, ma l’assenza dal sito della Regione del progetto di Ecoambiente non è notizia da trascurare tanto più che una misteriosa semi-sparizione è avvenuta anche sul sito della società Latina Ambiente che non ha più in home le informazioni relative al fallimento, ora accessibili solo dalle news del 2016.
La sentenza di fallimento della società Latina Ambiente fissava alla data del 25 maggio 2017 l’adunanza per l’esame dello stato passivo. Che posizione ha assunto il Comune di Latina? Da indiscrezioni risulta che l’amministrazione comunale avrebbe prodotto documentazione per l’ottenimento della proroga dell’esercizio provvisorio su cui avrà l’ultima parola il giudice delegato.