La morte di Luigi Feola – minatore ponzese – avvenuta nel disastro di Monongah, in West Virginia, nel 1907, sarà oggetto del prossimo libro di Paolo Iannuccelli, grazie alla eccellente collaborazione del noto docente universitario americano Joseph Feola. Il professore di sociologia ha dedicato tutta la sua vita per portare a conoscenza di americani e italiani una tragedia quasi dimenticata.
L’importanza del lavoro di ricerca storica è quello di dimostrare che i fondi inviati in Italia, dopo il disastro, potrebbero non essere stati ricevuti da vedove, bambini o madri e padri. A Ponza, come risarcimento, nel 1908, è arrivato un primo assegno di 1130 dollari, poi un secondo di 114. Luigi Feola era padre di sei figli. Le cifre sono state sicuramente riscosse, come appare in documenti ufficiali dell’epoca. A Monongah sono morte più di mille persone, tra cui almeno trecento italiani, anche se i dati non sono certi per la mancata iscrizione nel registro degli operai di alcuni giovanissimi, figli dei minatori. Si è trattato del più grande disastro minerario nella storia degli Stati Uniti.
Una nota: Luigi Feola aveva una polizza assicurativa, come molti dei minatori, ma i massimali della compagnia di assicurazione (Colonial Casualty) non sono stati trovati. “Anche se troviamo i massimali – afferma Iannuccelli -, queste polizze sono state appena sufficienti per coprire poco più che le spese funerarie”. Il denaro del popolo americano, raccolto sotto l’amministrazione del Comitato Relief Mines Monongah (MMRC) e distribuito alle molte vedove e dipendenti di Stati Uniti e Europa, è stato significativo, soprattutto in termini di potere d’acquisto nel 1908. Duemila organi d’informazione statunitensi organizzarono una raccolta fondi, alla quale sui unirono facoltosi benefattori. I soldi sono stati inviati a Maria Di Meglio, vedova di Luigi Feola, con testimoni firmatari Augusto Ferraro, avvocato e pretore di Ponza, e il padre del minatore scomparso, Francesco Feola.
In quali tasche sono finiti? Chi si è arricchito? Attraverso una lettera scritta al Monongah Mines Relief Committee, adoperando un amanuense, la signora Maria Di Meglio ha ribadito che lei non ha ricevuto i soldi, chiedendo spiegazioni. Il tutto è ampiamente documentato. Nel 1984, Concetta – figlia di Luigi Feola – è stata intervistata a Ponza dal professor Tropea. Durante quel colloquio, Concetta è diventata emotivamente sconvolta quando ha sentito del denaro arrivato dagli Stati Uniti che, in famiglia, non hanno mai ricevuto. Un mistero per un buon detective.