Sono stati discussi ieri mattina i ricorsi al tribunale del Riesame per Luciano Iannotta, Natan Altomare e i due appartenenti alle forze dell’ordine che – relativamente all’inchiesta Dirty Glass – si sarebbero messi a disposizione del gruppo.
In particolare alcune dichiarazioni di Altomare sono state presentate ai giudici capitolini. L’indagato aveva spiegato di non aver sequestrato nessuno, anzi, di essere anche lui una vittima. Non può negare di aver preso parte all’incontro in cui due persone erano state terrorizzate e minacciate con una pistola se non avessero parlato e detto a Iannotta chi aveva portato via i 600mila euro contesi, perché ci sono le intercettazioni che lo collocano in quella sede.
Altomare aveva però detto al gip di Velletri che lui con i soldi non aveva nulla a che fare e che era stato portato lì, costretto, per un confronto con il quale Iannotta voleva avere i nomi dei responsabili della truffa. Aveva anche dichiarato che altre persone avevano partecipato. L’avvocato Cardillo Cupo ha infine chiesto l’annullamento dell’ordinanza per assenza di gravi indizi di colpevolezza.
Ha discusso anche l’avvocato Renato Archidiacono per Iannotta, Gianmarco Conca, per il carabiniere Michele Carfora Lettieri e i difensori del colonnello Alessandro Sessa, Luca Petrucci e Nicola Capozzoli. I giudici del tribunale della Libertà hanno tempo fino a domani per decidere se prevedere misure cautelari meno severe per i 4 o confermare l’ordinanza di custodia cautelare.