C’è una relazione tecnica del 2012, a firma dell’allora dirigente del servizio Risorse umane del Comune di Latina, Grazia De Simone, che giustificherebbe una raffica di lettere di messa in mora indirizzate a numerosi dipendenti dell’ente di piazza del Popolo per la restituzione di “compensi presumibilmente indebiti” erogati in loro favore. Di che si tratta? Di una “batosta” di fine anno del tutto inaspettata. Una brutta sorpresa anche per chi è da un pezzo in pensione che si è visto recapitare la richiesta di 5.000 euro dal Comune. Le lettere portano la firma dell’attuale dirigente del servizio Gestione e sviluppo del personale, Antonella Galardo.
Le messe in mora sono relative a cifre svariate, da qualche centinaio di euro fino a qualche migliaia di euro a sfavore di dipendenti di vari servizi rei di aver partecipato tra il 2008 al 2010 ai cosiddetti progetti obiettivo e di aver quindi percepito un compenso di produttività. Nel 2012 la dirigente De Simone “sentenziò” che i progetti obiettivo non sarebbero stati tali e che pertanto il lavoro svolto sarebbe rientrato nelle normali mansioni dei singoli dipendenti. A memoria si ricorda anche un interessamento della Corte dei conti sull’argomento, finito con un nulla di fatto, salvo eventuali novità inedite. Nelle lettere si precisa comunque che trattasi di compensi “presumibilmente indebiti” e si cita la relazione tecnica del 2012. Ma la missiva ha il carattere di una diffida.
La questione ha gettato non poco malumore tra il personale che attende chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale. Va detto che con proprio decreto il sindaco Damiano Coletta il 26 gennaio 2017 aveva incaricato il dirigente al personale di procedere al recupero delle somme in questione, trasferendo così la competenza “recupero”, in passato assegnata alla segreteria generale, al responsabile del servizio Risorse umane. A quasi un anno di distanza, l’attuale titolare della dirigenza del servizio al personale ha proceduto.