Questo blog parla della crescente influenza che l’universo digitale ha sulle nostre vite e sulla struttura sociale entro la quale viviamo, lavoriamo e comunichiamo con le altre persone.
Non parleremo di quanti telefonini si vendono e dei nuovi filmati di gatti su Facebook, ma di come, attraverso la mutazione sociale che stiamo attraversando, alcune aree economiche ed alcune persone stanno velocemente sostituendo il potere capitalista consolidatosi durante il secolo della rivoluzione industriale.
La rivoluzione digitale è entrata dalla finestra in un mondo stratificato e consolidato, cogliendo alla sprovvista arguti imprenditori e sapienti uomini di cultura. Quando questo nuovo universo impalpabile è diventato talmente ingombrante da non poter più essere ridotto a contesti border-line di smanettoni dei videogiochi, di malvagi pedofili, di avidi speculatori e hackers onnipotenti, sono arrivati gli smartphones. In meno di cinque anni tutto il mondo occidentale era stato colonizzato senza possibilità di ritorno e senza che si fosse mai sparato un solo colpo. Le barriere che improvvisati analisti politici e alcune grandi imprese erigevano, si sgretolavano di fronte al dilagare delle reti sociali, mentre un ventisettenne californiano diventava il CEO di una delle aziende più capitalizzate del mondo. Google, Alibaba, Facebook e Amazon hanno un valore complessivo di oltre 1.000 miliardi di euro. Apple, che ricava oltre il 60% dei suoi ricavi dall’iPhone, ne vale oltre 600. Microsoft ne vale circa 400.
Per avere un raffronto sulle dimensioni di questi nuovi giganti economici, confrontiamone il valore con quello delle aziende old economy: Nestlé vale 220 miliardi di euro, la famigerata banca JPMorgan 230, Visa 180. Per trovare un’azienda italiana dobbiamo scendere fino al 128 posto, occupato da ENI con la sua capitalizzazione di 55 miliardi (Fonte Il Sole 24 Ore).
Ma non è finita qui! Oltre alle grandi imprese, la diversa capacità di accesso all’informazione, ai servizi e i prodotti ha messo in difficoltà lavoratori, imprese e professionisti. Si è partiti dalle attività più vocate, come i viaggi (ricordate i voucher?), per passare poi al conto corrente, la gestione delle utenze, il rapporto con la pubblica amministrazione e adesso l’accesso a Tutto Quello Che Vi Viene In Mente.
Mentre il potere economico passava dalle scavate mani dagli imprenditori della produzione a quelli dell’informazione, i governi, le agenzie dei servizi segreti e potenti organizzazioni clandestine, a volte segrete, scatenavano guerre informatiche e boicottaggi su scala globale.
Gli stessi governi continuano a violare i diritti dei propri cittadini e le leggi costituzionali dalle quali trae fondamento la propria autorità. Personaggi come Snowden e Assange hanno mostrato al mondo come i più alti poteri politici hanno sempre mentito ai propri elettori ed hanno tentato in ogni modo di esercitare la propria influenza attraverso l’intercettazione sistematica delle comunicazioni personali.
Naturalmente chi è rimasto fuori dal giro di potere innescato da questa nuova rivoluzione, oggi è in crisi ed ha un’idea del futuro piuttosto tetra e spaventosa, che è stata sintetizzata in un’espressione anglofona: Digital Divide.
Il riferimento è alle piccole imprese artigianali, ossatura dell’economia italiana, oggi in difficoltà nel trovare la propria dimensione di fronte alla distribuzione globalizzata, ai milioni di professionisti oberati da tasse e burocrazia di un paese per certi versi ancora novecentesco, incalzati da una concorrenza internazionale sempre più ubiqua e accessibile.
Questo blog parla di questi fenomeni, ma non lo fa in astratto. Ci riferiremo sempre a situazioni concrete e sfruttabili da tutti, affinché Digicrazia non sia più un’ipotesi bizzarra e terribile, ma un sistema moderno per gestire la propria vita pubblica in modo consapevole ed economicamente vantaggioso.
Inoltre parleremo di come le tecnologie digitali stiano travolgendo la scuola tradizionale e di come questo cambiamento porterà domani alla creazione di nuovi equilibri nella geografia del potere e nell’economia della conoscenza.
Un ultimo pensiero va a LatinaCorriere.it, con cui ho l’onore di condividere un’avventura entusiasmante nel mondo dei media e dell’informazione.
Io sono Gianni Ceccano, il titolare di un’azienda di consulenza alle imprese e pubblica amministrazione che realizza strategie di marketing sul web e produzione di audiovisivi. Ogni qual volta dovessi riferirmi ad aziende con le quali esistesse qualunque tipo di accordo oppure di disaccordo commerciale o legale, ve lo espliciterò.