C’è un altro autorevole parere sul tomografo ibrido “scartato” dall’amministrazione comunale di Latina in favore di altro macchinario posto alla base della rimodulazione del progetto per la realizzazione del centro di alta diagnostica, non più a gestione trentennale dal parte della Fondazione per prestazioni a carattere di privato-sociale ma a gestione del servizio sanitario nazionale posto all’interno dell’ospedale Goretti. Si tratta del parere del professor Franco Bui, dell’azienda ospedaliera – Università di Padova – Medicina nucleare, datato 2 maggio 2018, indirizzato all’avvocato Massimiliano Bruno per il comitato promotore del Centro di Alta Diagnostica. Il professor Bui evidenzia l’enorme potenzialità del macchinario ibrido sia in termini scientifici che diagnostici. “E’ evidente – si legge in un passaggio del parere fornito dal professore dell’Università di Padova – l’estremo interesse, sia per la ricerca scientifica sia per un’attività clinica di alto livello, di poter disporre di un’attrezzatura ‘ibrida’ PET/RM, in cui la componente deputata all’acquisizione delle immagini ad elevato dettaglio morfologico (CT) è sostituita da una risonanza magnetica ad alto campo (3 Tesla) che, oltre a fornire immagini dotate di elevato dettaglio morfologico, è anche in grado di caratterizzare la natura dei tessuti esplorati. ‘L’ibridizzazione’ con la PET rende disponibile un’unica apparecchiatura capace di studiare, nella stessa seduta, anche in modo dinamico, la funzionalità dei tessuti (grazie alla componente PET) e la morfologia e tipologia tissutale (grazie alla componente RM) degli organi esplorati. Un ulteriore, importante vantaggio della PET/RM rispetto alla PET/CT è dato dalla rilevante riduzione dell’esposizione dei pazienti a radiazioni ionizzanti”.
Il comitato promotore del Centro di Alta diagnostica, oltre a rendere noto il parere del professor Bui, fa sapere di aver fatto richiesta di accesso agli atti per l’acquisizione del verbale illustrato dal sindaco Damiano Coletta circa un nuovo accordo che cambia le prospettive e le finalità del progetto concordato in precedenza. Il comitato nei giorni scorsi, il 3 maggio per l’esattezza, si è incontrato con il sindaco e la consigliera Maria Grazia Ciolfi: “L’incontro ha rappresentato un momento di condivisione da noi apprezzato, tuttavia non possiamo non porci degli interrogativi dettati dalla poca chiarezza circa alcune questioni emerse”, commenta oggi il comitato.
Sei i punti che secondo il comitato debbano far riflettere:
1) l’insostenibilità economica dichiarata da Fondazione Roma/Sanità & Ricerca durante una riunione con il Sindaco, non supportata da una analisi economica attuale e passata (business plan) né tantomeno da delibere consiliari in seno alla Fondazione.
2) la gestione economica ed operativa che andrebbe a carico del sistema sanitario locale (ASL/Ospedale Santa Maria Goretti) e quindi del bilancio regionale, nel momento in cui si accettasse lo scambio del Centro di Alta Diagnostica con una serie di donazioni previste (macchinari di pari valore economico di quelli del Centro di Alta Diagnostica e realizzazione Sala Ibrida), per l’Ospedale S.M. Goretti.
3) L’attesa di due anni e mezzo per il rinnovo dei locali che quando sarà potranno – se ritenuto ancora opportuno – ospitare la RM 3 Tesla.
4) il nuovo dispendio economico che Fondazione si dice disposta ad assumersi – sempre sotto forma di donazione – per aggiornare l’attuale Reparto di Radiologia e fare il rimborso alla provincia in contraddittorio con la sostenibilità economica per il centro originario
5) l’eventuale garanzia istituzionale per la dovuta riorganizzazione delle Unità operative a fronte della Cardiochirurgia da eseguire nella Sala Ibrida.
6) quali parte legittimate secondo l’accordo di programma sono intervenute in quella riunione e ha sottoscritto il verbale della stessa”.
“A queste perplessità, il Comitato – si legge in una nota stampa – aggiunge una precisa e puntuale relazione tecnica rilasciataci dal Prof. Franco Bui Direttore del UOC di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova – realtà pubblica all’avanguardia che dispone di un Tomografo Ibrido Pet-RM 3 Tesla – che specifica in termini di ricadute e potenziale scientifico, oltre che diagnostico per alcune patologie in particolare, l’enorme potenzialità del macchinario ibrido sopra citato. Risulta per noi complicato in virtù di tale relazione comprendere i motivi che spingono l’amministrazione comunale ad accettare una mediazione con la Fondazione. Mediazione questa che dal nostro punto di vista non è in linea con quanto la Fondazione stessa si era impegnata a realizzare garantendo la gestione trentennale e l’elemento caratterizzante del Privato-Sociale, che vogliamo ricordare, avrebbe garantito per le fasce deboli della popolazione, un massimale di prestazioni annue a costi ridotti. Ci piacerebbe comprendere in assoluta chiarezza e trasparenza quali possano essere le reali motivazioni che portano Fondazione a rendersi conto all’improvviso e dopo anni e come ennesima probabilmente scusante, oltre che senza termini di paragone, della non sostenibilità del progetto originario di Centro di Alta Diagnostica. Così come vorremmo capire con quale titolo si sta proponendo un nuovo progetto/donazione quando il Collegio di Vigilanza, unico organo competente per le modifiche dell’accordo iniziale, non è mai stato convocato. A fronte di queste perplessità e zone d’ombra, fintantoché mancheranno risposte chiare, il Comitato continuerà a rivendicare in tutte le sedi opportune, il rispetto del Protocollo d’Intesa vigente”.