Di Tommaso scommette sul ritorno a casa della Cassa di Terracina. Esposta al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, la Cassa di Terracina (oggetto di manifattura campano laziale del X-XI secolo, destinato a contenere documenti e paramenti liturgici) fu ritrovata nella cattedrale di Terracina nel 1889. “M’impegno sin d’ora – afferma il candidato sindaco di Pd e Terracina 2026 – a intraprendere iniziative per riportare questo prezioso pezzo della nostra storia in città, dove potrà facilmente trovare spazio nel museo civico”.
L’auspicio di Alessandro Di Tommaso è quello che un giorno la Cassa di Terracina, in legno di noce con decorazioni artistiche di pregio e affidata al museo di Palazzo Venezia, possa definitivamente rientrare a far parte del patrimonio culturale cittadino. Nel frattempo la sua proposta, “realizzabile a breve termine, consiste nell’interscambio di beni tra istituzioni, come quello promosso dal ‘Pio Capponi’ con il recente prestito del ‘Sovrano ellenico’ alla mostra ‘Roma e le genti del Po’ organizzata dalla Fondazione Brescia Musei, ottenendo un notevole successo di pubblico”.
“Il nome di Terracina – spiega il candidato sindaco – legato alla Mostra nazionale è già di per sé un vanto e un’opportunità, poiché al grande flusso di visitatori resterà impresso il nome della nostra città. Al contempo, un elemento così antico e ben conservato, che ripropone artisticamente sui pannelli laterali il tema dell’eterno scontro tra il Bene e il Male e il peccato originale di Adamo ed Eva, a testimonianza della cultura sia orientale che occidentale, contribuisce senza dubbio – conclude – ad arricchire il nostro museo e a renderlo ancora più importante all’interno dell’offerta culturale e turistica di Terracina”.