Due colpevoli per la morte di Gloria Pompili, la ragazza di 23 anni di Frosinone, picchiata ripetutamente e uccisa perché non voleva prostituirsi. La sentenza è uscita alle 17.55 ed è stata letta dal presidente della Corte d’Assise del tribunale di Latina, Gianluca Soana. La zia di Gloria, Loide Del Prete e il marito di quest’ultima, Saad Mohamed Elesh Salem sono stati condannati a 24 anni di reclusione ciascuno. Il marito (sposato solo per la cittadinanza) di Gloria, fratello di Saad Mohamed Elesh Salem, è stato invece assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto.
Profilo basso, presente ad ogni udienza, dopo la lettura della sentenza aveva gli occhi pieni di lacrime. “Credevo nell’assoluzione – ha detto con fatica Saad Moahamed Mohamed, 23 anni – ho lavorato sempre 10 ore al giorno, ero sicuro che tutto sarebbe venuto fuori. Mi fidavo della giustizia italiana, per questo sono venuto in udienza ogni volta”. Il fratello da dietro la gabbia dell’aula di Corte d’Assise gli ha detto non parlare, gli ha fatto gli auguri e gli ha mandato un bacio. Poi si è girato ed è andato via, è tornato in carcere. Dovrà scontare 24 anni.
La Corte ha condannato i due imputati al risarcimento delle parti civili, i genitori e i figli minorenni di Gloria, da definirsi in separata sede. Ha disposto però, anche una provvisionale immediatamente esecutiva (vale a dire un risarcimento immediato) di 50mila euro per ogni familiare.
Durante la scorsa udienza il procuratore aggiunto di Latina Carlo Lasperanza aveva chiesto condanne per un totale di 60 anni di reclusione. Per il marito della zia di Gloria, Saad Mohamed Elesh Salem, 24 anni di reclusione. Per la zia, con la quale la ragazza viveva con i suoi due bambini piccoli, la stessa pena: 24 anni. Dodici anni era stata invece la richiesta per il fratello di Saad Mohamed Elesh Salem.
La vicenda aveva colpito l’opinione pubblica, prima per il trattamento riservato alla 23enne. Una ragazza molto fragile e sfortunata, in casa famiglia da bambina, poi i due figli con un ex compagno avuti molto presto. Erano la sua unica gioia.”Perché non accadesse nulla a loro sarebbe morta”, aveva detto il pubblico ministero durante la requisitoria finale. Quindi il trasferimento nella casa della zia, che avrebbe dovuto accoglierla e invece l’avrebbe sfruttata fino a quando di questa povera ragazza non era rimasto più nulla.
La sera del 23 agosto 2017 tornavano a casa con i bambini in macchina dopo una giornata sulla strada. Il marito della zia l’avrebbe pestata con violenza. Il rumore dei colpi sul corpo della 23enne risuonava nell’auto. La zia guidava. I bambini atterriti, che già conoscevano la violenza, la guardavano. Poi Gloria ha iniziato a lamentarsi sempre più forte, così sempre davanti ai due minori, l’hanno lasciata in strada e sono andati via. Gloria è rimasta a terra esanime e in poco tempo, sulla Monti Lepini, nel comune di Prossedi è morta.
Il silenzio seguito alla lettura della sentenza per qualche secondo è stato lo stesso di quella notte.
Restano i due bambini, all’epoca dei fatti avevano 3 e 5 anni. Ora sono affidati agli assistenti sociali, dichiarati adottabili. Potranno forse trovare una famiglia che li accoglierà con amore. Due bimbi che, oltre ad assistere alle violenze inaudite sulla mamma, hanno subito maltrattamenti inconcepibili. Una vicina di casa della zia di Gloria li ha visti appesi ad una gabbia tenuta dal alcune corde, da un balcone. Tenuti lì per punizione forse o per crudeltà. Inorridita, per paura di ritorsioni, aveva atteso che non ci fosse nessuno in casa e aveva tolto le corde della tortura.
Oggi la sentenza per quanto possibile ha reso giustizia a Gloria e ai suoi figli.