Dopo gli ingenti danni nelle campagne causati dal nubifragio che si è abbattuto sull’intero litorale pontino, soprattutto nei territori di Sabaudia, Fondi e San Felice è intervenuta a riguardo la Coldiretti Latina che, tramite il proprio Direttore Carlo Picchi, ha fatto sul punto della situazione sull’accaduto:
“La situazione è drammatica al punto tale che chiederemo alla Regione Lazio lo stato di calamità naturale. Le nostre aziende sono in ginocchio”.
In queste ore si sta procedendo, anche attraverso gli uffici di zona della federazione provinciale, ad una stima dei danni subiti, che vanno da alberi di ulivo sradicati a causa del forte vento, alle coperture delle serre divelte con strutture fortemente danneggiate. Distrutte anche le coltivazioni, colpite soprattutto le piantagioni di mais e le orticole.
E danni causati dal maltempo si sono registrati in questi giorni anche a Viterbo, dove a seguito di una violenta grandinata, sono state totalmente distrutte alcune coltivazioni. Tra le più colpite quelle di fagioli, patate e lenticchie. Coldiretti Lazio ha già avviato le procedure necessarie per la richiesta alla Regione dello stato di calamità.
“Le nostre aziende non fanno in tempo a sollevarsi da un’emergenza – prosegue Picchi – che se presenta subito un’altra. Dalla pandemia al conflitto in Ucraina, con le ripercussioni sull’aumento delle materie prime e il caro carburante, fino alla siccità e ora ai danni causati dal maltempo. Le aziende hanno bisogno di un aiuto concreto ed urgente per far fronte all’ennesima difficoltà”.
Le campagne italiane sono già allo stremo con cali produttivi che vanno dal 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, al 20% per il latte nelle stalle e 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzioni di frumento tenero, fino al 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi.
“Eravamo in attesa della pioggia per combattere la siccità nelle campagne – conclude Picchi – ma nubifragi come quello che si è abbattuto sul litorale pontino, con tale intensità e violenza, causano solo ulteriori danni, che vanno ad aggiungersi a quelli esistenti. I terreni arsi dalla siccità non riescono ad assorbire l’acqua e il forte vento ha letteralmente sradicato molti alberi e danneggiato culture tipiche di quest’area che rappresentano le nostre eccellenze”.