Maurizio Lucci, 66 anni il prossimo giugno, ha al suo attivo una lunghissima carriera politica-amministrativa nel Comune di Sabaudia e in Provincia di Latina, iniziata con la prima giunta del generale Salvatore Bellassai e proseguita nel tempo con incarichi importanti fino a quello di sindaco vicario per la malattia e per il decesso di Sandro Maracchioni per poi proseguire con due mandati politici diretti, mentre il suo partito di appartenenza, Alleanza Nazionale prima e Pdl poi, si era sciolto come neve al sole. Un uomo di centrodestra che nella nuova geografia politica non ha voluto indossare alcuna casacca, confidando nello spirito civico e dichiarandosi sindaco di tutti. Forse una colpa, visto che la prima esperienza di primo cittadino eletto si è conclusa con il commissariamento dell’ente per il mancato sostegno dei partiti e la seconda potrebbe concludersi qui per la spaccatura creatasi con Fratelli d’Italia.
Le dimissioni di ieri sera
Ieri sera in Consiglio comunale, riunitosi per l’approvazione della Centrale unica di committenza per gli acquisti di forniture e servizi indispensabile soprattutto nell’ambito dei lavori pubblici, è entrata in scena quella che all’apparenza sembrava una crisi assopita, in attesa di una ridistribuzione delle deleghe. Fratelli d’Italia, unica componente politica della seconda amministrazione Lucci iniziata a giugno 2013, ha espresso il dissenso alla delibera contestando carenze istruttorie. Il segno tangibile di una rottura scaturita, a gennaio scorso, dalla richiesta di una maggiore chiarezza e trasparenza… nella composizione dei gruppi consiliari e della giunta. Una provocazione per spingere il sindaco ad accontentare un gruppo piuttosto che un altro all’interno della stessa maggioranza? Sta di fatto che Lucci, dopo aver lanciato messaggi di pace in queste ultime settimane, ha deciso seduta stante, prendendo atto della mancanza dei numeri su una deliberazione tecnica, di rassegnare le proprie dimissioni dalla carica di sindaco. Ci si sarebbe aspettati la sospensione dei lavori del Consiglio comunale. E invece no. Dopo aver bocciato l’atto per la Centrale unica di committenza, Fratelli d’Italia – composta da Renato Bianchi, Temistocle Belmonte, Piera Polisena e Antonio Zeoli – e i componenti di opposizione hanno approvato un atto per il posizionamento di sbarre all’ingresso della strada vicinale della Baia d’Argento. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile. Alcuni consiglieri fedeli a Lucci hanno sollevato un’ipotesi di conflitto di interesse per il consigliere del Pd Amedeo Bianchi che ha partecipato alla votazione.
L’ipotesi di un governo di salute pubblica
Lucci ha a disposizione 20 giorni per ricomporre una maggioranza e cercare di portare a termine il mandato elettorale. Ieri sera si è mostrato fiducioso, precisando qualora ce ne fosse stato bisogno che le sue erano dimissioni revocabili, e speranzoso di riuscirci confidando in sua prima dichiarazione rilasciata all’alba della crisi di gennaio – “Sabaudia viene prima di tutto” – che richiama al senso civico e alla responsabilità di tutti. Ma la strada è tutta in salita. Se accontenta i fratelli d’Italia rischia di perdere il gruppo misto (Marco Bertolissio, Paola Moretto e Piero Giuliani) e forse, chissà, anche i consiglieri della Lista Lucci (Gabriele Iodice, Giuseppina Volpato e Vincenzo Avvisati). Ancora una volta il sindaco dimissionario è tra l’incudine e il martello. Qualcuno suggerisce che l’unica strada sarebbe quella di un governo di salute pubblica: chi c’è c’è e si va avanti, anche con ingressi inattesi. Se le consultazioni di Lucci per ricomporre una maggioranza dovessero produrre fumate nere allora vorrebbe dire anche la fine anticipata di questa consiliatura. I venti giorni scadono il 29 febbraio, il giorno che segna l’anno bisestile. A questa data, se in aula Lucci non dovesse trovare il sostegno sperato sarebbe troppo tardi per le elezioni di giugno 2016 e per Sabaudia si aprirebbe un lungo periodo di commissariamento. Entro il 24, invece, un eventuale decreto (del Prefetto o del Presidente della Repubblica?) di scioglimento anticipato del Consiglio comunale potrebbe rimettere Sabaudia in corsa per l’imminente voto amministrativo.