Il Servizio (socio) sanitario nazionale deve tornare a crescere a tutela del diritto alla salute, c’è bisogno poi di un’opera di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure senza smarrire il doveroso rispetto della legalità e bisogna concentrarsi sul turismo.
Queste le tre macro aree che consentiranno alla provincia di Latina di riprendersi dalla crisi economica causata dal lockdown secondo le tre organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che si sono riunite in questo periodo e hanno stilato un Programma per ripartire e rendere più forte il nostro sistema di welfare e davvero universali i diritti dei cittadini, i lavoratori e i pensionati italiani e che sia attento alla condizione femminile e a quella dei giovani.
“Appare palese quanto la crisi inciderà – hanno spiegato i segretari generali Anselmo Briganti, Roberto Cecere e Luigi Garullo – e non poco, su interi comparti produttivi che in passato hanno determinato i fattori di crescita dell’economia pontina, come ad esempio il turismo e tutti gli indotti connessi, il sistema portuale, il settore alberghiero e della ristorazione solo per citarne alcuni, ma che ha anche contribuito all’aggravarsi della crisi strutturale di settori già in grave difficoltà quali l’edilizia e l’artigianato.
Anche settori apparentemente più solidi quali il chimico/farmaceutico o il settore della produzione agroalimentare hanno vaste possibilità di sviluppo. Nella nostra Provincia è indispensabile mutare la cultura organizzativa e logistica investendo su un modello a filiera delle produzioni e delle aziende che privilegi le attività locali e permetta la valorizzazione delle risorse e la loro crescita in loco. In sintesi ci saranno inevitabili contraccolpi negativi, almeno nel breve periodo che influiranno anche sulla tradizionale leva dell’export.
È necessario porre in sicurezza le eccellenze e valorizzare le capacità gestionali che la crisi ha posto in evidenza ma è anche altrettanto urgente agire nei confronti delle tante fragilità e incongruenze del nostro territorio. Dobbiamo esser consapevoli però che il lock down e la sospensione di molte attività hanno quanto mai acuito il disagio economico in cui già versavano vaste fasce di popolazione, aumentando il grado di povertà diffuso in troppe famiglie e inasprendo le condizioni già difficili per i soggetti più deboli ed emarginati che minano quel concetto di uguaglianza cui dobbiamo destinare ogni sforzo e attenzione.
In un modo o nell’altro arriveranno risorse finanziarie provenienti dall’Europa o dallo Stato e sarà determinante la capacità delle Regioni e dei Comuni di mettere a frutto i finanziamenti per risolvere problemi strutturali antichi e mai affrontati in maniera sistematica. Noi pensiamo ad un Piano organico e condiviso di rilancio dell’economia e dell’occupazione, ad interventi più robusti e articolati che garantiscano tenuta e coesione sociale, ma anche ad una rimodulazione dei tributi locali a beneficio di cittadini, pensionati, lavoratori e imprese in troppi comuni, infatti, l’aliquota IMU che grava sugli immobili ad uso commerciale e produttivo, ad esempio, è fissata al massimo consentito.
Occorre anche pensare subito ad un piano di interventi decisivi per la sanità pubblica sia in ambito ospedaliero che investendo su una medicina del territorio più capillare ed efficace permetta di recuperare i vuoti creatisi dalla chiusura di troppi nosocomi e di contro la non apertura di centri di primo intervento e case della salute”.
“È del tutto evidente però che per fare questo è assolutamente necessaria una ‘regia unica’ che metta insieme parti sociali e istituzioni, costruendo una vera e propria ‘task force per l’economia e il lavoro‘ capace di creare le condizioni per un organico Piano per il lavoro e lo sviluppo.
La provincia Pontina necessita disperatamente di una attenzione straordinaria da parte di tutti i soggetti istituzionali e dalle parti sociali nel loro complesso, a cominciare dalla Regione che ha in sé tutti gli strumenti necessari per coordinare un sinergico Gruppo di Lavoro Territoriale, in quanto dispone di risorse economiche e può legiferare di conseguenza. Noi lavoreremo da subito per realizzare le nostre proposte, ma se non coglieremo in tempi rapidi segnali concreti da parte delle Istituzioni – avvertono i Segretari Generali – saremo pronti ad assumere le decisioni conseguenti”.