I gestori della via dei pub a Latina, riuniti nell’associazione Isola che non c’è hanno acceso le luci dei loro locali, chiusi ormai da quasi due mesi per l’emergenza coronavirus, anche ieri sera per sensibilizzare su un settore duramente colpito e che non riaprirà a maggio.
Ieri Erasmo Berti, che rappresenta oltre una trentina di piccoli e medi imprenditori che lavorano nella zona, ha incontrato di nuovo il sindaco di Latina, Damiano Coletta, che dall’inizio della crisi è rimasto in contatto con gli operatori. Ha portato avanti il suo progetto per ripartire in piena sicurezza dando agli esercenti la possibilità di recuperare almeno un 50 per cento delle entrate.
Anche quando bar, pub, pizzerie e ristoranti potranno riaprire dovranno farlo rispettando tutta una serie di disposizioni, prima tra tutte quella del distanziamento che potrebbe non consentire, a chi non ha spazi adeguati, di coprire le spese.
“Questa è la nostra più grande paura – ha detto Berti – per questo ho lanciato una proposta che stiamo valutando insieme all’amministrazione e che ho ribadito ieri al primo cittadino. La possibilità per i gestori di locali di occupare uno spazio maggiore per i tavoli, senza pagare le tasse relative, per recuperare spazio e permetterci di servire più persone, realizzando una ztl. Si tratta – ha spiegato – di una situazione che sarà temporanea, fino all’arrivo delle piogge”.
L’idea era già stata presentata da Berti già 10 giorni fa nella prima riunione del “Patto per Latin”.
“Ieri ho spiegato che il problema non è solo nostro ma di circa 350 attività tra bar, pub, pizzerie, ristoranti. È un’idea che potrebbe funzionare per tutta la città e permetterebbe a tanti che pensano oggi di non poter coprire le spese, di riaprire”.
“Noi siamo stati molto rispettosi delle regole prima delle disposizioni – ha aggiunto – per rispetto già domenica 8 marzo non abbiamo aperto, per rispetto di tutti. Con la manifestazione di due giorni fa, Facciamo luce, abbiamo voluto sensibilizzare le istituzioni per continuare a lavorare con loro sulla ricerca di soluzioni”.
“Purtroppo Latina non è una città che ha la cultura delle consegne a domicilio e nonostante stiamo provando a farle non si coprono le spese e lo stesso sarà con l’asporto. La zona dei pub si frequenta per socializzare, per trascorre una bella serata bevendo una birra o mangiando un dolce. Servono quindi altre soluzioni”.
Il 3 maggio tanti esercenti si ritroveranno allo stadio per chiedere la riapertura e arriveranno in piazza del Popolo per lanciare le chiavi al sindaco.
“Sto ancora valutando di partecipare e non credo che ci saranno tutti: non si capisce se sia una manifestazione a scopo politico, mi sembra una cosa anomala. Credo di più a una collaborazione con l’amministrazione. Chiediamo una sinergia in questo momento, poi se dovessimo trovare un muro alle nostre richieste, allora si può pensare ad una manifestazione”.