Usare il plasma di chi è guarito per curare chi è ancora malato potrebbe essere una possibilità anche nell’ospedale di Formia.
“Una strada da percorrere – ha spiegato il sindaco di Gaeta Cormo Mitrano – affidandoci al Centro trasfusionale del Dono Svizzero diretto dalla dottoressa Giovanna Biondino. Ne parlerò con i miei colleghi sindaci del Distretto Socio-Sanitario LT/5 e, se saranno d’accordo, ci attiveremo con l’Asl di Latina affinché anche il Dono Svizzero rientri in quelle strutture sanitarie dove verrà avviata in via sperimentale la cura per sconfiggere il Covid-19″.
La Toscana è capofila di un progetto che coinvolge altre regioni tra cui il Lazio mentre nelle dichiarazioni rilasciate oggi al Corriere della Sera, Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale “Carlo Poma” di Mantova ha affermato che “la terapia con il plasma funziona”.
Quindi il Centro trasfusionale di Formia, che già oggi può iniziare la raccolta plasma perché ha il personale, le attrezzature ed i macchinari predisposti, potrebbe essere inserito tra quelle strutture sanitarie dove inizierà la raccolta del plasma. “Non possiamo perdere tempo – ha aggiunto Mitrano – ma soprattutto dobbiamo far emergere il Lazio meridionale da quella zona grigia, periferia di una Regione romanocentrica soprattutto in materia di sanità pubblica”.
Il plasma, è la parte più liquida del nostro sangue, è composto da acqua, proteine, nutrienti, ormoni, ma è privo di cellule. Soprattutto, però, contiene una quota di anticorpi che si sono formati dopo la battaglia vinta contro il virus (Igg). Una volta prelevato il plasma da pazienti che hanno superato la fase critica e sono tornati sani lo si trasfonde in persone ancora ammalate. I pazienti da cui potrà essere prelevato il plasma sono quelli che avranno un valore alto di anticorpi Igg, che potranno essere individuati anche con i test sierologici che saranno somministrati a Gaeta. Il plasma prelevato in ogni paziente potrebbe salvarne tre.
Nelle altre due epidemie da Coronavirus, ovvero la Sars del 2002 e la Mers del 2012 è stato adoperato con successo; infine l’Organizzazione mondiale della sanità ne ammette l’utilizzo nel caso di malattie gravi per cui non ci sia un trattamento farmacologico efficace.
“Concludo – ha terminato così il suo discorso Cosmo Mitrano – rivolgendo nuovamente un pensiero e un grande ringraziamento al personale medico-sanitario dell’ospedale Dono Svizzero e tutti i medici di medicina generale del territorio che stanno affrontando con grande abnegazione e spirito di servizio l’emergenza sanitaria”.