I sindacati dei pensionati non accolgono con favore la proposta di lasciare a casa gli anziani più tempo rispetto a tutti gli altri cittadini. L’emergenza coronavirus ha costretto tutti ad un isolamento forzato ed è ormai chiaro che non si tornerà presto alla normalità.
“L’idea di lasciare a casa, più a lungo degli altri, gli anziani – dicono dai sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, e Uilp-Uil insieme alle rispettive associazioni del volontariato Auser, Anteas, e Ada – non convince da molti punti di vista ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia”.
“Anche gli anziani – continuano – avranno bisogno, quando sarà possibile, di riprendere le proprie libertà, di uscire da una condizione di isolamento e di solitudine e di continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo nella vita sociale ed economica del Paese.
Come Sindacati dei pensionati e come Associazioni di volontariato siamo da sempre convinti del grande valore delle persone anziane e della necessità di promuovere l’invecchiamento attivo a ogni livello della società. Isolare le persone anziane sarebbe l’esatto opposto. La misura sarebbe inoltre di difficilissima applicazione e non basterebbe comunque ad impedire un contagio che spesso avviene all’interno delle stesse famiglie”.
La risposta allora potrebbe essere diversa: “Serve piuttosto un piano molto articolato e ben organizzato basato sul rilancio della sanità pubblica, su controlli a tappeto, prevenzione, innovazione e su quella medicina del territorio che tante volte abbiamo invocato e che ora è diventata quanto mai urgente, necessaria e inderogabile”.