Il senatore Claudio Fazzone vuole seguire nel Lazio il modello Veneto contro il Coronavirus e chiede a Zingaretti “tamponi a tappeto“.
“Colgo l’occasione per ribadire il mio apprezzamento nei confronti della Regione per la riorganizzazione della rete ospedaliera del Lazio – ha detto il coordinatore regionale di Forza Italia – che ha portato al relativo potenziamento delle strutture in termini di dotazione di posti letto. La creazione di ben 5 ‘Covid’ nella Capitale, i circa 600 letti dedicati solo alla terapia intensiva, l’attivazione delle procedure per reclutare nuovo personale, l’acquisto di 600.000 mascherine insieme ad altri dispositivi di protezione individuale, rappresentano un punto di partenza importante per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sul piano ospedaliero”.
“Purtroppo però – ha continuato – vi sono problematiche soprattutto nei territori periferici che richiedono interventi specifici. Mi riferisco per esempio a situazioni come quella di Fondi, un cluster da attenzionare con la massima urgenza.
In fattispecie simili considero necessario prendere misure straordinarie, come la possibilità di eseguire tamponi a tappeto. Facendo un test all’intera popolazione di un centro di 40-45.000 abitanti, avremmo innanzitutto una istantanea di chi è necessario isolare.
Si tratta di un modello che viene preso come riferimento in alcune realtà nazionali ed internazionali importanti. Abbiamo alcuni esempi di successo. Mi riferisco alla Corea e adesso anche al Veneto. In quest’ultima regione i tamponi saranno fatti per strada e fuori dai supermercati. Attraverso questo metodo individuando i casi positivi sarà possibile avviare le inchieste epidemiologiche conseguenti ed intervenire con le disposizioni di isolamento domiciliare e quarantena.
L’obiettivo primario, lo dicono i medici e gli scienziati, è quello di interrompere tutte le possibili catene di trasmissione del virus responsabile di Covid-19.
“Con uno screening esteso a tutta la popolazione di una determinata località si può arrivare a definire un quadro chiaro della realtà. Avremo i casi positivi da curare e assistere e potremo disporre per tutti i contatti, le misure di quarantena e isolamento domiciliare fiduciario. Mentre invece tutti coloro che risulteranno negativi ai tamponi, sia pur con tutte le dovute cautele e restrizioni che questa fase emergenziale richiede, potranno così godere di maggiori spazi di manovra e non sentirsi ‘reclusi’ nelle proprie abitazioni.
Sottoporrò al presidente Zingaretti, al quale rinnovo gli auguri di pronta guarigione, la richiesta di promuovere un piano del tutto simile a quello adottato in Veneto, volto all’estensione degli screening su tutta la popolazione, con particolare riguardo a realtà specifiche che richiedono misure radicali e urgenti”.