L’appuntamento è per lunedì 26 dicembre, alle 18, presso la chiesa di Sant’Oliva a Cori, con il noto musicista ed etnomusicologo Mimmo Epifani che presenta il concerto, gratuito, “Fermarono i Cieli”, una serie di canti e musiche di Natale suonati in acustico con gli strumenti a plettro tradizionali che accompagnavano in passato le novene nel periodo natalizio. In primo piano quindi le note di mandole, mandolini, mandoloncello, ciaramelle e zampogne, a cui si alterneranno durante l’evento, le storie e gli aneddoti che caratterizzano la tradizione popolare del Natale nel mondo.
L’evento è organizzato dalle associazioni culturali Tres Lusores e Festival della Collina, con il contributo della banca di Credito Cooperativo di Roma – Agenzia di Cori – e Del Prete Servizi Ambientali, patrocinato dal Comune di Cori e dalla Pro Loco Cori. Protagonisti del concerto insieme a Mimmo Epifani (mandolino), saranno Giuseppino Grassi (mandola e voce), Antonio Tomei (chitarra battente, mandola), Marilena Gragnaniello (voce recitante, percussioni), Tiziana D’Angelo (voce recitante, percussioni).
Il repertorio
Parte del repertorio proposto nell’evento del 26 dicembre a Cori – spiegano gli organizzatori – affonda le sue radici intorno alla metà del settecento quando Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dell’ordine dei Padri Redentoristi, cominciò ad accompagnare il suo lavoro pastorale fra i poveri del Regno di Napoli, con la pratica di alcune canzoncine spirituali composte sia in dialetto che in italiano. Si trattava di canti dall’impianto semplice che traevano spunto da temi popolari con cui il missionario insegnava ai lazzari i fondamenti del cristianesimo, facendoli diventare protagonisti di cerimoniali liturgici mediante la creazione di appositi gruppi di preghiera. Molte di queste canzoncine erano legate al ciclo delle festività natalizie; fra queste alcune divennero famosissime come Tu scendi dalle stelle, Quanne nascette ninno e Fermarono i cieli. In particolare Tu scendi dalle stelle, composta intorno al 1754, riscosse un successo straordinario tanto che nel 1769 venne pubblicata e diffusa sul tutto il territorio nazionale diventando così il primo esempio di canzone italiana. Il successo editoriale favorì la formazione di un genere musicale specifico assai originale ed innovativo in quanto introduceva in ambito popolare l’uso di strofe, ritornelli e interludi strumentali. In breve tempo questo repertorio tipico delle canzoncine spirituali, accompagnato dalla zampogna gigante (alta quasi due metri) diffusasi nel Regno di Napoli a partire dalla fine del settecento proprio per tale scopo, si diffuse in ogni regione italiana diventando protagonista dei tanti rituali del ciclo dell’Avvento, caratterizzandosi per la presenza di ninna nanne, pastorali per zampogne, canti agiografici, filastrocche, canti di questua. Gran parte di questa produzione di musica sacra popolare è andata perduta. Fa eccezione il repertorio di canti per zampogna che rappresentano, nei casi in cui hanno conservato il tratto originario autentico, uno straordinario esempio di misticismo musicale popolare.