A causa dell’incremento dei costi energetici e del posticipo di consegne richiesto da un cliente, la Corden Pharma di Latina ha deciso di fermare temporaneamente, sia l’intero reparto chimico API, che la piattaforma ecologica a partire dal 20 marzo, collocando il personale addetto in cassa integrazione.
Di seguito il comunicato stampa a firma FILCTEM CGIL, con gli aggiornamenti sulla vertenza.
“La vertenza della Corden Pharma Latina, è iniziata oramai da più di tre anni, era infatti il novembre del 2018 quando l’azienda apri, in contemporanea ad una domanda di concordato in continuità, la prima procedura di licenziamento per più di 192 dipendenti. Da allora come sindacato non ci siamo mai sottratti al confronto, anzi abbiamo cercato di intraprendere tutte le strade possibili a salvaguardia dei livelli occupazionali e dei salari dei lavoratori. Abbiamo costruito attraverso diversi accordi, sia presso la regione Lazio che il Ministero del Lavoro, le condizioni per ridurre i costi del personale e permettere alla società di focalizzarsi sul suo core business. Siamo passati attraverso diversi periodi di Cig straordinaria e Cig Covid, abbiamo visto ridurre l’occupazione di oltre 100 addetti. Abbiamo accompagnato la società anche verso l’affitto del ramo d’azienda della piattaforma ecologica da parte della Itelyium, operazione che ad oggi non si è ancora conclusa e che la Corden dà per tramontata. Operazione, quest’ultima, finalizzata a salvare posti di lavoro oltre che a riossigenare le casse della Corden e dei suoi creditori. In questo periodo possiamo affermare che tutti, Lavoratori, Organizzazioni Sindacali, Istituzioni Locali, Regione Lazio, Ministero del Lavoro, Tribunale di Latina e Prefetto hanno assolto a pieno e nel migliore dei modi quanto era nelle proprie possibilità. Chi invece riteniamo sia mancato, è esclusivamente la Corden Pharma Latina, che in questo periodo oltre a non aver mantenuto le promesse di investimento dichiarate ai tavoli, si accanisce nel voler liberarsi a tutti i costi di ulteriori 50 lavoratori e persevera in una azione imprenditoriale priva di visione strategica. Abbiamo ribadito ed evidenziato tutte queste criticità anche lo scorso 16 marzo in occasione dell’incontro con sua eccellenza il prefetto di Latina Maurizio Falco, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata verso i Lavoratori e per la caparbietà con cui ha tenuto il tavolo richiamando tutti ad un ruolo proattivo.
Purtroppo però, ogni giorno che passa, le nostre preoccupazioni per il futuro dell’intero stabilimento, e non solo per i 50 esuberi dichiarati, non fanno altro che accrescere. È infatti di ieri, la notizia che a causa dell’incremento dei costi energetici e del posticipo di consegne richiesto da un cliente, la società ha deciso di fermare temporaneamente, sia l’intero reparto chimico API, che la piattaforma ecologica a partire dal 20 marzo, collocando il personale addetto in cassa integrazione. Peccato però che la cassa è ad oggi prevista fino al 9 aprile. In più abbiamo fondati timori su prossime fermate di natura temporanea anche per il reparto di produzione destinato ai farmaci Oncologici.
È per questo motivo, che siamo convinti, che è necessario ed indispensabile costringere l’azienda ad attivare tutti gli strumenti normativi previsti e fruibili per le aziende che attraversano particolari situazioni di difficoltà economica. Senza un ulteriore periodo di cassa integrazione, è a rischio il futuro degli oltre 300 dipendenti diretti di Corden, ma anche di tutte quelle realtà che orbitano nell’indotto, in quanto al perdurare della situazione in essere, dopo il 9 aprile le ricadute in termine di costi sarebbero disastrose e non sostenibili per la Corden e per la tenuta del concordato. Come organizzazione sindacale, sono questi i temi e le criticità che consegnamo nelle mani delle istituzioni, ed alle quali esigiamo una risposta da parte delle Corden per il bene dei Lavoratori, dei cittadini e del territorio tutto”.