I concorsi truccati alla ASL di Latina infiammano l’arena politica, alimentando un dibattito che mina l’equilibrio regionale sull’asse Latina – Roma.
La nomina del commissario del deputato Matteo Mauri, alla guida del PD provinciale è l’inevitabile passo del Partito Democrativo, che ha affidato le sorti d ad un politico di spessore, già viceministro degli Interni e responsabile Pd per l’Immigrazione. Il segretario nazionale Enrico Letta ha percepito la delicatezza della situazione, inviando un commissario di spessore.
All’interno dello stesso PD, alla guida della Regione che a sua volta nomina i direttivi delle ASL provinciali, c’è una levata di scudi. Alessio D’Amato, a sua volta convocato in Procura lo scorso 3 giugno come persona informata dei fatti, ha dichiarato, sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco di Latina Coletta, che: “Il Servizio Sanitario Regionale e la Asl di Latina si costituiranno parte civile nell’ipotesi di rinvio a giudizio riguardo ai fatti – se confermati – che sta accertando la Magistratura del capoluogo pontino. Bene ha fatto la Asl di Latina in accordo con la Direzione Regionale Sanità a revocare il concorso prima degli avvisi di garanzia e dare mandato di sospendere tutte le persone coinvolte. La dottoressa Silvia Cavalli, Direttrice Generale della Azienda Sanitaria Locale, gode del pieno sostegno e ha il mandato di sradicare ogni tentativo di pratiche illegali e di non guardare in faccia a nessuno, dando la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria“. In aggiunta alle dichiarazioni di Coletta, quelle della segretaria LBC Elettra Ortu La Barbera: “Il ruolo dell’esperienza civica che in questi cinque anni ha governato la città, ora deve essere ancora più incisivo e aggregante”.
Durissime le note di Fratelli d’Italia, espresse dal senatore Nicola Calandrini e il consigliere regionale Giancarlo Righini: “Il Pd, che si professava partito della legalità, oggi sembra avere un problema molto grave ai suoi vertici. La morale, invece di farla ad altri, dovrebbe iniziare a farla al proprio interno. Il Partito Democratico dovrebbe almeno avere la decenza di chiedere scusa a tutte quelle migliaia di candidati che si sono presentati in due distinti concorsi sognando un posto di lavoro presso una struttura prestigiosa come la Asl. Persone che hanno studiato giorno e notte, che hanno lottato, invano, per mostrare le loro competenze, e che si sono trovati scavalcati per un sistema che non è errato definire di raccomandazione”.
Pesante anche l’atto d’accusa dell’ europarlamentare FdI, Nicola Procaccini: “Se considero il combinato disposto di questo scandalo riguardante le assunzioni alla Asl di latina tramite concorso pubblico, con l’altro scandalo legato alle presunte assunzioni manipolate di cui si è reso protagonista il Partito Democratico in tutta la nostra regione, ciò che emerge grazie al lavoro dei magistrati inquirenti è un sistema in base al quale non si può lavorare nella pubblica amministrazione se non si ha in tasca la tessera del Pd”.