Sono ancora al vaglio della Guardia di Finanza le indagini per verificare la correttezza della procedura concorsuale organizzata dalla ASL di Latina come azienda capofila, assieme alle ASL di Frosinone, Viterbo e Roma 3 per l’assunzione di assistenti amministrativi di categoria C.
I fatti
Coloro che hanno superato la prova dello scorso dicembre infatti, sarebbero in maggioranza imparentati con gli impiegati stessi dell’Asl di Latina come afferma Domenico Teramo, rappresentante del sindacato Cobas, che richiede il sollecito in Regione per la sospensione della procedura concorsuale: “L’indagine è scaturita dal fatto che fra coloro che hanno superato la prima prova scritta a pieni voti, emergerebbero, numerosi cognomi apparentati con personale della stessa ASL e/o con politici locali”.
Così un nutrito gruppo di candidati, estromessi dalla procedura all’esito della prima prova, si è rivolto alla giustizia amministrativa per denunciare le numerose irregolarità e l’assoluta mancanza di trasparenza riscontrate nel corso del suo espletamento. Inoltre viene riferito che tra coloro incaricati di vigilare sulla regolarità della prova, ci fossero proprio i parenti di alcuni dei candidati.
Le dichiarazioni di Domenico Teramo
“Il ricorso pendente presso il Tar del Lazio, sezione di Latina, pone all’attenzione del giudice amministrativo numerose anomalie, sia formali, come la composizione di soli uomini della commissione esaminatrice, la divisione dei candidati in aule di 5-6 persone, la modalità di estrazione del testo della prova, la tipologia di buste utilizzate per inserire le prove di esame, sia sostanziali, in particolare l’inserimento nei test di numerosi quesiti che esulano dal programma d’esame per la selezione e il metodo di valutazione della prova assolutamente bizzarro e difforme da quello pubblicato nel sito istituzionale della ASL prima della prova – argomenta il rappresentante dei Cobas – La stragrande maggioranza dei partecipanti, sia coloro che hanno superato la prova sia quelli estromessi, sono lavoratori precari che da 10-20 anni svolgono il ruolo di assistente amministrativo presso le ASL del Lazio attraverso aziende appaltatrici ovvero con contratti di lavoro a termine o di somministrazione precisa il sindacalista. Tutti, quindi – prosegue Teramo – hanno pienamente e legittimamente già maturato il diritto alla stabilizzazione del proprio posto di lavoro e questa possibilità non può semplicemente sfumare a causa della maldestra gestione della procedura concorsuale operata presso la ASL di Latina. È opportuno quindi – conclude – un intervento della Regione Lazio per sollecitare la sospensione di detta procedura concorsuale, al fine di evitare ulteriori e più gravi danni, in attesa degli esiti delle indagini in corso e dei ricorsi pendenti”.