Le indagini dell’inchiesta “Compressa express” sono state avviate dopo una serie di denunce di furto presentate da diversi medici di Fondi che lamentavano la sottrazione di ricettari e di timbri. I presunti responsabili arrestati qualche giorno fa avevano previsto tutto, ma sono stati frettolosi. Hanno utilizzato timbri di medici diversi da quelli a cui appartenevano le ricette, un errore grossolano che ha contribuito a rendere evidente la truffa.
Poi c’è stato il lavoro dei farmacisti. L’ossicodone, oppiaceo utilizzato per i malati oncologici, è prescritto raramente, invece arrivavano sempre più persone a richiedere le confezioni. Per questo a volte tergiversavano, dicevano che non ne avevano in farmacia e chiamavano il medico che aveva firmato la ricetta. In ogni caso il dottore disconosceva la firma. Immediata era allora la chiamata ai carabinieri. Così i militari del Nas hanno potuto cogliere alcuni degli arrestati in flagranza, mentre tornavano in farmacia a richiedere il farmaco.
Dalle indagini è emerso che, tra il dicembre 2018 e il marzo 2019, sono state 173 le ricette provento di furto spedite da alcuni tossicodipendenti di Fondi, presso farmacie di Terracina, Formia, Latina, Sperlonga, San Felice Circeo, ma anche di Nettuno e di Roma. La calligrafia utilizzata per la compilazione era sempre la stessa. Le ricette erano infatti in bianco al momento del furto e venivano scritte dopo, con la richiesta dell’ossicodone e le firme false.
Per questo sono finiti in carcere Fabio Bartolomei, Tiziano Di Noia, Claudio Grossi, Damiano Nocella e Alessandro Matteoli. Ai domiciliari invece Alessandra De Santis e Luigi Faticato.
Ieri (24 aprile 2020), erano fissati i primi interrogatori davanti al giudice Giuseppe Cario. In due sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina, difesi dall’avvocato Maurizio Forte: sono Fabio Bartolomei e Claudio Grossi. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nei prossimi giorni saranno sentiti anche gli altri indagati, che potranno fornire la loro versione dei fatti o restare in silenzio.