L’ennesima aggressione subita dal personale del pronto soccorso di Cisterna sta alimentando indirettamente uno scontro istituzionale. Da una parte il sindaco di Cisterna, Eleonora Della Penna dall’altra i vertici della Asl pontina. L’amministrazione, compreso i membri della minoranza, hanno protocollato un anno fa una serie di richieste a margine di un Consiglio comunale tenuto proprio sul delicato tema della sanità alla presenza dell’allora direttore generale Michele Caporossi. Quelle richieste, nonostante una serie di incontri tenuti dal sindaco nei mesi successivi, incontri anche informali secondo quanto confermano fonti interne al Comune, quelle richieste sono state completamente disattese. Più personale, un punto di accoglienza adeguato, un servizio di guardiania e lo spostamento della guardia medica presso la sede di via Monti Lepini. Questi i nodi del contendere che dalla Asl sembrano non trovare alcuna risposta mentre Cori, così lamentano dall’amministrazione comunale, ha il suo ospedale seppure ridimensionato ed Aprilia si appresta ad avere una casa della salute.
DELLA PENNA FURIOSA Il sindaco Della Penna ha così preso carta e penna e scritto una nota indirizzata ai vertici della Asl per chiedere un incontro urgente e “risolutivo” sulla situazione di Cisterna. Una nota che suona un po’ come un ultimatum alla Asl di Latina. “La situazione a Cisterna non è più sostenibile – tuona il sindaco – lo abbiamo denunciato tante volte. Il consiglio comunale ad hoc per la questione sanitaria è stato uno dei primi atti della mia amministrazione ed in quella sede avevamo condiviso con tutte le forze politiche cittadine e alla presenza dell’allora direttore Caporossi, un documento che specificava le urgenze del nostro territorio in ambito sanitario. Asl e Regione Lazio, dunque, conoscono le esigenze di Cisterna ma per ora stanno riorganizzando i servizi sanitari territoriali senza tenere conto di quanto da noi rilevato. Per questo nei giorni scorsi abbiamo chiesto un altro incontro con i vertici Asl per discutere di questioni che non sono più procrastinabili”. Le problematiche del punto di primo soccorso sono dovute principalmente alla mancanza di personale, ma anche dalla struttura che non riesce a rispondere alle esigenze dei cittadini e tutelarne la sicurezza. “Se l’Ucpci nel quartiere San Valentino rimane, senza dubbio, un fiore all’occhiello per la sanità locale – continua Della Penna – non si può non tenere conto dello stato organizzativo in cui versa il Punto di Primo Intervento che, per correttezza, anche in considerazione della mole di pazienti che, di giorno e di notte, si rivolgono alla struttura (oltre quattordicimila annui), andrebbe chiamato col nome che merita: Pronto Soccorso”.
IL CONSIGLIO COMUNALE “I punti che il Consiglio comunale volle ribadire al manager Caporossi -ricorda Della Penna – sono tuttora validi nonostante i numerosi incontri tenuti tra la sottoscritta e i vertici della sanità pontina e nonostante le numerosissime rassicurazioni e promesse di intervento ricevute anche per le vie brevi, e parlano tra le altre cose di una ‘ricognizione generale del personale sanitario dislocato sul territorio finalizzata alla riorganizzazione e all’aumento degli operatori all’interno dei servizi. E’ del tutto evidente che oggi le sei unità infermieristiche che a rotazione (ferie e malattie permettendo avvalendosi, per uno solo dei tre turni giornalieri, dell’apporto di un dipendente ausiliario, quando disponibile) garantiscono assistenza al medico di turno, non sono più sufficienti a garantire un servizio adeguato alla cittadinanza di Cisterna e dell’intero comprensorio. Risulta a dir poco sconveniente e senza dubbio scarsamente funzionale il fatto che il personale medico o infermieristico debba dividersi, durante i turni di lavoro, tra il ricevimento dei pazienti e l’emergenza di interventi che in casi di affollamento debbono essere sospesi anche solo per aprire la porta e fare spazio ad altre emergenze. Se a questo poi si aggiunge che il Pronto Soccorso rimane, in molti casi, anche un punto di riferimento per persone disagiate o con problemi di tossicodipendenza, è del tutto evidente la necessità non più rinviabile di assegnare ulteriore personale adeguatamente preparato che possa garantire il giusto livello di sicurezza all’interno della struttura. Questo a tutela dei medici, degli infermieri ma anche dei cittadini che si recano al pronto soccorso per chiedere assistenza. Per questi motivi e per parlare di tutti le ulteriori questioni legate alla riorganizzazione della sanità sul territorio, valutando anche nuove ipotesi di ubicazione del servizio di guardia medica, abbiamo chiesto alla Asl un incontro per sollecitare l’inizio di interventi risolutivi”.