Il rendiconto 2018 annullato dal Tar (leggi qui) sancisce la necessità del rispetto delle regole. Ne è convinto il coordinamento della Lega di San Felice Circeo che esprime un plauso ai consiglieri ai consiglieri di opposizione Egidio Calisi, ora nel Gruppo consiliare Lega Salvini-Premier, e Eugenio Saputo per il lavoro svolto che ha portato al ricorso al Tar Lazio.
“La sentenza che ha annullato la delibera di Consiglio comunale numero 26 del 29 aprile 2019, relativa all’approvazione del Rendiconto di Gestione per l’esercizio 2018, è una cosa mai accaduta nella storia amministrativa del nostro Paese – afferma Avanzino Capponi -. Questo coordinamento ritiene tale sentenza molto grave perché si badi bene il giudice ha annullato la delibera non l’ha sospesa e questo è come se il bilancio non fosse stato mai approvato”.
“La soddisfazione nasce del fatto – spiega il referente politico – che con la stessa sentenza viene ribadita, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, la necessità del rispetto delle regole, particolarmente riguardo uno degli aspetti più delicati della pubblica amministrazione, cioè il bilancio comunale, ma allo stesso tempo suscita indignazione in quanto potrebbe rendersi necessaria la nomina di un commissario, che avrebbe il compito di redigere nuovamente il rendiconto 2018 e potrebbe scattare l’esercizio provvisorio con forti limitazioni per i pagamenti e gli impegni di spesa. Fatto sta che nell’ambito della incertezza procedurale, l’annullamento della delibera di approvazione del rendiconto 2018 non gioca a favore dello sviluppo del paese che ne ha, invece, davvero bisogno, anzi, sosteniamo che sia una vera e propria emergenza”.
“Oltre al tema del rispetto verso i diritti delle minoranze consiliari, a cui teniamo visceralmente perchè rappresentano una parte della nostra comunità – conclude Capponi -, teniamo a ribadire un ulteriore concetto già più volte espresso, cioè l’allarme sul fatto che una gestione allegra dei fondi pubblici, possa portare verso una nuova situazione di agonia finanziaria che il paese non può assolutamente permettersi”.