Ritrovata nel 1928 da un pastorello ai piedi di Monte Circeo, nella zona di Quarto Freddo, la scultura risalente al I secolo avanti Cristo è rimasta nel Museo delle Terme di Roma per 88 anni. Per riportarla a San Felice Circeo, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Petrucci ha dovuto faticare non poco: due anni tra richieste, autorizzazioni, trasporto, polizze assicurative e adeguamento del sito dove esporla, ovvero la Porta del Parco di piazza Lanzuisi in pieno centro storico. Parliamo di una testa marmorea, raffigurante la figlia del dio Sole, Venere, Circe. Di pregevole fattura, di dimensioni di poco più grandi di quelli di una testa umana, presenta fori sui lobi delle orecchie e tra i capelli. Gli esperiti sostengono che la statua fosse decorata con applicazioni in oro, in particolare orecchini e una corona a raggiera a simboleggiare il Sole. Non è ben chiaro come fosse finita ai piedi del promontorio: forse originariamente era collocata al Picco dove insistono tuttora i ruderi di un tempio o forse in una delle antiche ville della zona tra cui quella imponente di Domiziano, imperatore romano del I secolo dopo Cristo. Certo è che al ritrovamento del bambino, che per qualche giorno ne fece oggetto di gioco, seguì il recupero da parte dall’Arma dei Carabinieri che l’affidò al museo nazionale.
La testa di Circe è tornata a casa e ieri è la sua esposizione al pubblico è stata inaugurata alla presenza di Manuela Mari, docente dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Luca Cerchiai, docente dell’Università degli studi di Salerno e Alessandro Pagliara, docente dell’Università degli studi della Tuscia che collabora con l’ente municipale del Circeo per l’organizzazione delle iniziative culturali. Il prezioso reperto resterà nella sala espositiva della Porta del Parco fino al prossimo 30 ottobre, poiché la testa di Circe è stata concessa in prestito per soli sei mesi. Presenti all’inaugurazione dello straordinario evento gli amministratori comunali, primi tra tutti il vice sindaco Eugenio Saputo, con delega alla Cultura e Turismo, e Franco Domenichelli, delegato del sindaco ai beni archeologici e al centro storico.
Il ritorno di Circe è una delle tante iniziative culturali messe in campo dall’amministrazione comunale in materia di beni culturali. In programma nuovi lavori nell’area archeologica dei Quattro Venti e l’apertura dell’acquedotto sotterraneo del centro storico che farà parte di un percorso turistico la cui mappatura è stata definita dai volontari dell’Associazione Roma Sotterranea e dell’Associazione Asso (di archeologia subacquea). Prossima la mappatura di altri reperti archeologici sommersi e il ritorno del Salotto di Circe, rassegna curata dal professor Pagliara. L’estate del Circeo si preannuncia come uno scrigno da cui estrarre gioielli di archeologia inediti.