Troppo silenzio attorno al cimitero di Sezze. Bocche cucite, da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Latina che questa mattina insieme ai colleghi della locale stazione hanno operato una perquisizione nell’ufficio e nell’abitazione del custode del camposanto, per poi uscire con scatoloni e computer.
Bocche cucite in Comune dove da un anno a questa parte, o forse anche da più tempo, sono pervenute segnalazioni formali e informali su eccessi all’ombra dei cipressi, fuori e dentro la struttura dell’eterno riposo.
Lo scorso anno la denuncia della presenza di una piscina all’interno della pertinenza dell’abitazione del custode. Sembrava una struttura semi-olimpionica dall’alto. Certamente non consona ad un ambiente di dolore, dove si elabora il lutto dei cari estinti. Ma al momento dell’accertamento da parte delle forze dell’ordine è stata trovata completamente smontata. Era una di quelle piscine fuori terra. Nulla di che, si dirà, se non l’inopportunità della trovata ludica.
Più di recente la segnalazione di stalle per cavalli, questa volta non nel cimitero di Sezze, ma in un appezzamento di terra in altra zona in uso al custode del cimitero. Pare che i ricoveri per equini siano stati realizzati senza alcuna autorizzazione da parte del Comune, presso il quale sono in corso verifiche.
E ancora. Nel mirino auto di lusso parcheggiate all’interno dell’area cimiteriale, taglio dei cipressi con notevoli quantitativi di legna svaniti. E poi i loculi. Quelli che si “prenotano” versando il relativo canone al Comune e che se lasciati per troppo tempo vuoti – neanche fosse una sfortuna rimanere in vita – all’occorrenza si trovano occupati.
Non sappiamo cosa, questa mattina, i carabinieri muniti di decreto di perquisizione hanno portato via dall’ufficio e dall’abitazione del custode insieme ai pc e alla loro memoria. Ma una cosa è certa: l’Arma e la Procura hanno squarciato un silenzio ovattante durato troppo a lungo sulle opacità del “sistema”.