Il Tribunale del Riesame di Roma accoglie le istanze di Alessandro Zof e di suo padre Maurizio detto “Topo bestia”. I giudici hanno smontato l’inchiesta condotta dalla Dda di Roma sulla cosiddetta mafia dei chioschi. Gli investigatori avevano ripercorso i periodi di tensioni vissuta dai gestori delle strutture dal 2016 al 2021 nel tratto ‘B ‘del Lungomare di Latina.
E’ caduta l’ipotesi delle intimidazioni, compiute con l’aggravante del metodo mafioso dalla famiglia Zof, per condizionare l’esito del bando comunale. I giudici del Riesame hanno infatti annullato alcuni capi d’imputazione per gli indagati: turbata libertà degli incanti e un’estorsione, che veniva contestata ad Alessandro Zof e al cognato Corrado Giuliani, nei confronti di un assuntore di cocaina che aveva acquistato la sostanza proprio dal primo.
Restano in piedi dunque, per la famiglia Zof, solamente alcune delle estorsioni: una quella consumata da Alessandro quando si era recato nei chioschi delle nuove gestioni consumando insieme al fratello senza pagare. Un’altra quella consumata dal padre nei confronti di un meccanico.