Il Centro di alta diagnostica a Latina si farà. La Regione Lazio è pronta, superati i problemi di natura burocratico-amministrativo legati alla struttura, a dare il via libera all’installazione del tomografo PET – RM ibrido da 3 Tesla di campo. Questa la sintesi della risposta fornita oggi, per voce dell’assessore Mauro Buschini, all’interrogazione urgente al question time presentata dal consigliere pontino Giuseppe Simeone di Forza Italia.
L’iniziativa dell’esponete di opposizione era finalizzata a sapere, fermo restando il superamento dei rilievi di natura burocratica, se il presidente Nicola Zingaretti intendesse assicurare l’autorizzazione all’installazione del macchinario all’avanguardia presso il Centro di alta diagnostica di Latina considerata l’importanza che tale tecnologia innovativa rappresenta in termini di efficacia dei servizi di eccellenza offerti ai cittadini in campo sanitario nella provincia di Latina, nel Lazio e in Italia.
“Oggi – commenta Simeone – possiamo tirare un sospiro di sollievo per il futuro non solo del Centro di alta diagnostica a Latina ma soprattutto per le ricadute positive che tale eccellenza rappresenta in termini di qualità ed efficienza delle prestazioni erogate in campo sanitario soprattutto nella diagnostica Neuro ed in campo oncologico (malattie tumorali) e PET (diagnostica funzionale) con simultaneità e complementarietà dei rilievi diagnostici. Il recente diniego della Regione all’installazione del tomografo PET – RM ibrido da 3 Tesla di campo, sommato all’atteggiamento schizofrenico assunto in questi anni dalla Regione Lazio sulla realizzazione del Centro di alta diagnostica a Latina, ha creato non poco allarme e preoccupazione tra i cittadini sollevando proteste legittime e condivisibili a fronte di scelte che per svariati motivi risultavano essere del tutto incomprensibili. La realizzazione del Centro di alta diagnostica a Latina, infatti, non comporta alcun onere a carico del sistema sanitario e per la Regione Lazio tanto che l’investimento di oltre 13milioni di euro, a cui si aggiungono gli 800mila euro stanziati dalla Provincia di Latina per coprire una parte delle opere di ristrutturazione dei locali, è a totale carico della Fondazione Roma. Si tratta di un progetto altamente innovativo anche sul piano sociale poiché prevede l’attuazione del cosiddetto “Privato sociale” mettendo a disposizione delle famiglie e delle persone con reddito pari o inferiore ai 12mila euro l’anno l’erogazione gratuita di prestazioni ad alto contenuto diagnostico. Un progetto di valenza internazionale, sociale ed operativa, che impone a chi come noi rappresenta le istituzioni di mettere in atto ogni azione in nostro potere, nel rispetto delle norme, al fine di arrivare alla realizzazione del Centro di alta diagnostica e al rispetto di quanto previsto nell’accordo siglato nel 2012 tra il Comune di Latina, la Provincia di Latina, la Asl di Latina, l’Università La Sapienza di Roma e il Comitato promotore per la Fondazione Scienza e Ricerca”.
“Oggi – conclude il consigliere pontino – è stato compiuto un importante passo avanti. E’ stata fatta chiarezza su quella che è la reale posizione della Regione Lazio in merito alla realizzazione del Centro di alta diagnostica a Latina. Ma seppur soddisfatti della risposta, stando anche quanto accaduto in passato, continueremo a vigilare su ogni passaggio per richiamare Zingaretti e la sua maggioranza al mantenimento degli impegni assunti nell’interesse dei cittadini e dello sviluppo e dell’innovazione che per la sanità e la salute delle comunità che rappresentiamo sono elementi fondamentali”.