I miasmi provenienti dalla Sep di Pontinia non accennano a diminuire. Dopo l’inchiesta dell’Antimafia di Roma, il sequestro bis dell’azienda e l’iscrizione nel registro degli indagati per traffico illecito di rifiuti di 26 persone, i cittadini di Pontinia e dei comuni vicini non hanno ancora pace.
Di nuovo sono costretti a scrivere alle autorità competenti per lamentare la puzza che rende la persistenza nella zona impossibile e “stranezze” registrate sul posto. Con l’arrivo del caldo afoso il problema è ancora più evidente e alcune famiglie si sono dovute trasferire per allontanarsi dai cattivi odori. Inoltre i residenti hanno notato come il portone (quello che dovrebbe consentire solo ingresso ed uscita del materiale su camion e che si dovrebbe chiudere prontamente dopo ogni passaggio per evitare il diffondersi di emissioni moleste), fosse spalancato. “Quando i cittadini si sono avvicinati per capire cosa stesse succedendo, sembra che gli operatori abbiano posizionato un camion per impedire la visuale”. Ha spiegarlo è Giorgio Libralato, in una nota.
Per questo i residenti chiedono se questa operazione anomala (relativa anche al cancello rimasto aperto per un lungo periodo), sia normale e se vi siano controlli in corso. Chiedono, inoltre, l’accesso agli atti per verificare la situazione. La lettera è stata inviata all’Arpa Lazio, alla Asl di Latina, alla polizia locale, al Comune di Pontinia, ai carabinieri forestali, alla prefettura di Latina, alla Provincia e alla Regione.
In questi giorni il nuovo amministratore giudiziario, nominato dopo l’operazione coordinata dalla Dda, avrebbe dovuto provvedere allo smaltimento del compost “taroccato”, quello non di qualità perché non avrebbe subito i 28 giorni di lavorazione previsti per un compost di qualità e sarebbe così ancora pieno di plastiche e percolato. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui ancora si sente l’odore nauseabondo provenire dall’azienda.
Il Tribunale di Roma aveva nominato la dottoressa Carmen Regina Silvestri per la gestione dell’impianto che avrebbe dovuto anche valutare la possibilità di proseguire l’attività della trasformazione regolare dei rifiuti umidi urbani provenienti dai diversi comuni in compost. Naturalmente con gli accorgimenti necessari per rendere il prodotto a norma di legge e nello stesso tempo non incida all’esterno con emissioni moleste.
Quel che è certo è che i residenti non hanno pace. Ogni volta sperano che l’incubo sia finito, invece si trovano ancora una volta a far sentire la loro voce.
“Abbiamo mandato una Pec ai sindaci e anche agli investigatori ma davvero siamo ormai quasi senza speranza – hanno scritto all’unisono gli iscritti dei comitato Mazzocchio, il Fontanile, Il Boschetto Gricilli Macallè e Pontinia Salute e Ambiente -. Le puzze sono state avvertite nella frazione di Cotarda, sulla Migliara 53, a Capocroce addirittura a Sonnino scalo, Priverno e Roccasecca dei Volsci. Speravamo che la fine delle indagini rappresentasse un punto di svolta ma così non è stato. Purtroppo non basta cambiare il gestore perché un impianto evidentemente vetusto e sottodimensionato lavori a regola d’arte. E basterebbe che la nuova amministrazione fosse presente in zona giornalmente per capire che non ci stiamo inventando nulla. Pensavamo e speravamo che la mala gestio dell’impianto fosse la causa dei nostri malesseri. Dobbiamo purtroppo constatare che è l’impianto stesso che non funziona”.
La richiesta dei comitati è perentoria: “non esiste altra via se non quella di chiudere i battenti. La Sep deve chiudere e fermare le lavorazioni. A macchine spente si capirà cosa non funziona ma questo inferno deve finire. Siamo sfiniti, è vero, ma anche più arrabbiati rispetto ad alcune settimane fa”.