Il belvedere di Sezze off-limits per “colpa” della statua di San Lidano d’Antena mai installata. Gruppo di cittadini costituitosi in comitato chiede al Comune provvedimenti urgenti, non più rinviabili, affinché l’area torni libera e fruibile.
Il belvedere di via Corradini, che si affaccia sulla Pianura Pontina, è un bene pubblico, paesaggistico e storico, sottolinea il comitato in una missiva, indirizzata al sindaco Sergio Di Raimo, all’ufficio tecnico e alla Polizia Locale, volta a segnalare che ai lavori in corso per la realizzazione del monumento dedicato al santo patrono, sospesi a maggio 2019, non è seguito altro atto “risolutivo”. Tutto sospeso in attesa di approfondimenti, con il risultato che sono trascorsi otto mesi di “privazione” della piazza alla cittadinanza.
“Il cantiere è ancora lì – peraltro mai sottoposto a sequestro ancorché comunicante ad altro cantiere attiguo per i lavori sulla canonica della Cattedrale -; dagli Uffici tecnici competenti del Comune di Sezze nessun atto, arriva solo l’eco di un silenzio assordante – si legge – . Nessun atto ufficiale emanato per sanare le irregolarità o (come da noi da sempre auspicato) imporre la restituzione dei luoghi alla cittadinanza attraverso l’obbligo per i responsabili del cantiere di ripristinare i luoghi alla situazione quo ante. Nemmeno il Sindaco ha provveduto ad emettere documenti se non qualche comunicazione a voce in pubblico, peraltro senza aver mai coinvolto il Consiglio Comunale nella vicenda. Recentemente, sulla stampa online e sui social, è stato pubblicato un documento riassuntivo di tutte le nefandezze procedurali che hanno contraddistinto l’approccio dell’Amministrazione nella gestione dei lavori di un privato cittadino al Belvedere. Neanche una risposta”.
“Come cittadini auto-costituitosi nel Comitato Belvedere a difesa dell’integrità di quel bene pubblico paesaggistico e storico, Vi chiediamo, ad ognuno e a tutti, per quanto di rispettiva competenza, responsabilità, professionalità e dovere ai sensi delle normative vigenti, di intervenire urgentemente con i necessari e non più rimandabili provvedimenti, affinché l’area del Murodellatèra torni libera e fruibile nell’affaccio sulla Pianura Pontina. In caso contrario – conclude il comitato -, comunichiamo fin d’ora l’intenzione – nostro malgrado, ma un obbligo di coerenza e di partecipazione civica ce lo impone – di intraprendere un’azione legale coinvolgendo le Autorità Giudiziarie al fine di far valutare ogni ipotesi di eventuali reati connessi nell’esercizio delle vostre funzioni, per inadempienza a precisi obblighi di legge, anche di possibile danno erariale”.